A Bari i cittadini si sentono sempre meno sicuri

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A Bari i cittadini si sentono sempre meno sicuri

07 Giugno 2011

Il clamoroso furto di Rolex avvenuto qualche tempo fa in pieno centro a Bari ci ha riportato realisticamente e timorosamente alla realtà che era stata volutamente nascosta come polvere sotto il tappeto. Bari non è una città sicura e a ribadirlo con forza è stato il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, intervenuto ieri in Prefettura per discutere e pianificare interventi di contrasto e neutralizzazione della criminalità.

Una criminalità, quella barese e più in generale pugliese, che muta forma al variare delle stagioni d’interesse, delle risorse umane e strumentali delle quali può di volta in volta usufruire. Un virus difficile da neutralizzare e per il quale non si è ancora trovato un vaccino. La criminalità barese si diversifica andando dalla microcriminalità alla malavita organizzata, alimentate e coltivate all’interno delle stesse macrofamiglie che si spartiscono, in maniera più o meno pacifica e duratura, il territorio cittadino.

L’azione di governo, come ha illustrato Mantovano, ha portato alla cattura di molteplici figure di spicco della criminalità organizzata su tutto il territorio nazionale; tuttavia nuove, giovani e più spietate matricole sono state liberate dalle retrovie e, forti di un potere incontrollato e ereditato, violano gli accordi criminali sulla divisione del territorio, sulla spartizione dei traffici di stupefacenti e sulla gestione della ricettazione, creando faide interfamiliari che contribuiscono a rendere ancora meno sicuro il nostro territorio. Specialmente di questi tempi, poi, con gli sbarchi di clandestini a Lampedusa e le successive spartizioni nei vari campi d’accoglienza pugliesi, le “famiglie” possono trovare negli extracomunitari disperati e bisognosi di soldi un fianco forte e motivato a delinquere, che va ad ispessire lo strato sociale dell’illecito.

Eppure, guardando alle statistiche si registra, in controtendenza con i fatti di cronaca e con la percezione comune, una diminuzione dei reati: dato anomalo spiegato molto semplicemente con l’aumento della connivenza, della mancata denuncia, dell’omertà: fattori che accompagnano la ramificazione della malavita, che contamina e uccide il nostro commercio, la nostra piccola e già fragile realtà industriale, in cambio di promesse di occupazione che, in un Sud già afflitto dalla piaga della disoccupazione, contribuiscono a far sprofondare Bari e la Puglia in dati sempre più sconfortanti.

La quotidianità, la territorialità intesa nell’ottica più stretta di quartiere, percepiscono invece un profondo senso di insicurezza e di esposizione al rischio; per questo ieri, in prefettura, si è lanciato il progetto “Mille occhi sulla città”: è il risultato di un protocollo a gittata nazionale varato dal governo che prevede la collaborazione tra forze di polizia locale, nazionale e privata per una controllo capillare e che copra un notevole arco della giornata.

La neutralizzazione può partire da un progetto di prevenzione, che si deve svolgere sul piano dell’intercettazione  e su quello dell’educazione alla denuncia da parte dei cittadini, sempre più impauriti e poco avvezzi al contrasto della criminalità, soprattutto nei quartieri popolari dove la concentrazione gioca un ruolo dominante. Per i giovani è importante poter sperare nel futuro, negli uomini giusti che portino cambiamento, affinché si possa parlare di un Sud grande e migliore, di una ricchezza pulita e diffusa, prodotto di lavoro e non di estorsione, coercizione, violenza e minaccia.