A Bruxelles SuperMario sfida la Merkel, a Varsavia SuperMario porta l’Italia in finale
28 Giugno 2012
Al tavolo di Bruxelles i leader giocano la partita per salvare l’euro. In campo l’11 di Prandelli ha già la vittoria in tasca sui teutonici. SuperMario (Balotelli) e SuperMario (Monti): il primo firma una regale doppietta che accende la notte italiana a Varsavia; il secondo gioca d’attacco, con la sponda del premier spagnolo Rajoy (ma domenica nella finalissima non sarà così), e pianta il paletto tricolore tra i troppi no della Merkel. Prima di sapere a chi andrà la coppa degli Europei, si saprà se la mossa del premier ha fatto goal. E’ solo questione di ore.
Di ore per arrivare alla svolta in un complicatissimo vertice, ce ne sono volute sei. Italia e Spagna puntano i piedi legando il sì al pacchetto crescita e alle nuove prospettive finanziarie della Ue a un meccanismo di solidarietà dei partner in funzione anti-spread. L’uno-due tra Monti e Rajoy ha funzionato, lasciando muta la cancelliera tedesca. In realtà non è un vero e proprio veto, bensì una robusta ‘condizionalità’ che deriva dalla consapevolezza che parlare di crescita e di misure a medio e lungo termine potrebbe risultare un esercizio vano fino a quando non ci sarà un’intesa anche sulla necessità di dare rapidamente all’Eurozona un meccanismo che stabilizzi i mercati e tuteli i Paesi virtuosi dalle distorsioni del mercato sui titoli sovrani. Per questo Monti scandisce una data precisa: “Entro lunedì”. Cioè alla riapertura dei mercati.
La mossa del premier italiano produce un primo effetto: il presidente del Consiglio Van Rompuy è costretto a rinviare l’annuncio sull’approvazione del pacchetto. Poi, non senza un certo imbarazzo, cerca di minimizzare la posizione di Italia e Spagna con un diplomatico: “E’ vero che ci sono due paesi che tengono molto a discutere di misure a medio e lungo termine e anche a breve termine, ma non c’è blocco: la discussione continua”. Come se i leader dei due paesi gli avessero guastato la festa. In pressing su Berlino anche il presidente francese Hollande, particolarmente sensibile alle misure pro-crescita e d’accordo con le richieste italiane.
Tuttavia, almeno finora, gli esiti del vertice europeo strategico per il destino dell’euro, non sono considerati all’altezza delle aspettative, tanto che c’è già chi parla di un prossimi vertice a metà luglio. Il fatto è che le decisioni su misure urgenti anti-spread è prevalsa sul ragionamento a medio e lungo termine per stabilizzare l’euro e provare a lavorare alla prospettiva degli Stati Uniti d’Europa.
L’aut aut di Monti e Rajoy fa seguito al lavoro degli sherpa dell’Eurogruppo dove per l’Italia siede il viceministri Grilli. Sul tavolo dei leader, i ‘tecnici’ mettono una proposta, un’ipotesi che comprende anche una delle richieste avanzate da Roma: assegnare al Fondo salva-Stati la licenza bancaria per prendere in prestito soldi a tassi agevolati dalla Bce e comprare i titoli pubblici di quei Paesi con requisiti precisi (conti in regola e riforme strutturali varate).
Monti tiene il punto e vuole che nella dichiarazione finale sia inserito un impegno formale a risolvere il problema della stabilità dell’euro. Sul piano politico, significa mandare un messaggio chiaro a chi nella ‘strana’ maggioranza, già pronosticava la caduta dei Prof. proprio sul Consiglio europeo. Se il premier incasserà il suo aut aut alla Merkel, otterrà un duplice risultato: contribuire a salvare il destino dell’euro e restare a Palazzo Chigi fino al 2013. E secondo alcuni osservatori, forse anche dopo…