A Cesare e a Dio: provocazioni per politica e scienza
21 Ottobre 2007
L’anno scorso al convegno annuale del ciclo “A Cesare e a
Dio” organizzato dalla Fondazione Magna Carta a Norcia si è discusso di
“Religione e Spazio Pubblico”. Le violente reazioni scaturite in seguito ai
discorsi di Regensburg di Benedetto XVI imponevano al mondo intellettuale una
seria riflessione su quale possa diventare il futuro della libera espressione,
specialmente se di area cattolica. La ragione invocata dal Papa quale unico
luogo di mediazione che possa consentire alle diverse fedi di dialogare, veniva
subito disattesa con il barbaro omicidio di suor Leonella.
Sorgeva quindi la necessità di invitare laici e credenti per
un confronto su quale dovesse essere il luogo adatto per la religione. La
religione, in quanto archetipo espressivo dell’uomo nel suo rapporto storico
con il sacro, articola uno speciale linguaggio. Saul Kripke sosteneva che un
linguaggio privato non ha senso: la parola non è in grado di riferirsi a nulla
qualora priva di quei paradigmi grammaticali che prendono vita nel tessuto
sociale. Anche quando parliamo spontaneamente con noi stessi usiamo sempre
regole linguistiche condivise da un ambiente.
Il linguaggio religioso, non solo ha il diritto di mostrarsi
nello spazio pubblico, ma perde completamente il suo senso se relegato
unicamente alla sfera privata.
Gli interventi dei relatori di quel
convegno (da poco usciti nel volume “Religione e Spazio pubblico” curato dal
Presidente della Fondazione Magna Carta Gaetano Quagliariello ed edito da
Cantagalli) avevano mostrato grande
coesione nel sottolineare l’importanza del tema della laicità come conquista
tipicamente cristiana. Come recita il titolo evangelico “A Cesare e a Dio”
distinguere la religione dalla politica e sostenere la laicità dello stato è
sacrosanto. Il termine “laico” (in greco = popolo) si è iniziato ad usare per
distinguere i “chierici” dai “non-chierici”. La laicità apre quel terreno di
confronto che può ricercare chiarezza solo nella ragione e a partire dalla
ragione. La laicità fa riferimento ad una dimensione corale che cerca armonia
non disdegnando di ricevere consigli dal linguaggio poetico della fede. La
poesia, come sostiene il poeta Davide Rondoni, è intimamente legata alla
dimensione dell’alterità. Se non c’è un rapporto con un