A Cherasco un premio per la storia
27 Maggio 2007
di Olga Donati
Apparentemente non hanno niente in comune. Uno è di origini russe, l’altro fiorentino l’ultimo viareggino. Eppure, sabato 19 maggio si sono ritrovati a festeggiare a Cherasco, una piccola cittadina della provincia di Cuneo, nota per essere considerata “la città delle paci”, che ha accolti e li ha uniti per una loro passione comune anche se diversamente manifestata: l’amore per la storia.
Oleg Chlevnjuk e Silvio Pons sono stati proclamati, vincitori del Premio Cherasco Storia. Al regista Mario Monicelli è stato consegnato il Premio Speciale intitolato ad Alessandro Paoletti del Melle. Alla manifestazione svoltasi a Palazzo Salmatoris del Melle e presentata dalla giornalista Daniela Vergara, hanno preso parte, oltre al Sindaco di Cherasco, Pierluigi Ghigo, e al Presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, numerose altre personalità delle istituzioni piemontesi e locali assieme alla giuria del “Premio Cherasco Storia”, presieduta da Gaetano Quagliariello e composta da Elena Aga Rossi, Fulvio Cammarano, Simona Colarizi, Rinaldo Comba, Piero Craveri, Roberto De Mattei, Giorgio Lombardi, Piero Melograni, Roberto Pertici, Marina Valensise, Sergio Barbero e Cristiana Paoletti del Melle. Non sono mancate altre personalità della cultura di Cherasco e di Torino che fanno parte del Comitato d’onore del Premio, come, solo per citarne alcune, i senatori Enzo Ghigo e Michelino Davico, Luigi Incisa di Camerana e Antonio Miglio.
Chlevnjuk, autore del libro “La storia del Gulag. Dalla collettivizzazione al grande terrore”, e Pons, con “Berlinguer e la fine del Comunismo”, si sono aggiudicati ex equo la sesta edizione del Cherasco Storia, che premia opere di autori italiani e stranieri che trattando temi storici rispondano a due caratteristiche fondamentali: il rigore scientifico e la qualità della scrittura. “Quest’anno”, dichiara il Presidente della Giuria, “ci siamo trovati in grande imbarazzo. Alla fine, dopo aver ‘fatto cadere dalla torre’ uno ad uno tutti gli altri semifinalisti, è stato impossibile scegliere tra Chlevnjuk e Pons. Abbiamo dovuto premiarli entrambi. Il primo ha potuto accedere ai documenti dell’archivio di Stato della Federazione Russa, da non molto aperto agli studiosi, e permetterci così di ricostruire le origini dell’evoluzione del gulag staliniano e più in generale del ruolo del terrore nei sistemi totalitari del Ventesimo secolo, anche come mobilitazione della società sovietica.
Il secondo vincitore, Silvio Pons, con una documentazione in parte inedita reperita negli Archivi italiani e soprattutto negli Archivi della ex Unione Sovietica, ha riaperto il dibattito storiografico sulla storia del Partito Comunista Italiano, in particolare sugli anni della segreteria di Enrico Berlinguer, offrendo con il suo libro un contributo fondamentale alla comprensione di un’importante pagina di storia del Ventesimo secolo”.
“Mario Monicelli, un irripetibile mito di genialità”, per citare l’intervento di Cristiana Paoletti del Melle, “è stato indicato da tutti i componenti della Giuria come vincitore del Premio Speciale intitolato a mio padre. La motivazione trae radici nella capacità del grande regista di raccontare la Storia rispondendo a un’esigenza di revisione critica della storia nazionale, nell’intramontabile cifra della tragi-commedia e satira di costume; rendendo inoltre fondamentale il ruolo del cinema nella memoria culturale italiana della guerra, a partire dal suo capolavoro del 1959 “La grande guerra”, opera-cardine che indica la via per uno stile cinematografico del racconto di guerra, fino al suo più recente film “Le rose nel deserto” dedicato alla guerra di Libia. Grande è stato l’onore che ci ha dato nell’accettare il Premio Alessandro del Melle qui a Cherasco, la città delle paci è stata letteralmente conquistata dalla sua presenza”.