A chi andranno i voti di Bayrou?

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A chi andranno i voti di Bayrou?

23 Aprile 2007

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Il quadro si è chiarito: Sarkozy e Royal vincono
nettamente la prova del primo turno. I risultati quasi definitivi del ministero
dell’Interno danno Sarkozy al 31,11% e Royal al 25,83% dei voti espressi. Il
centrista Bayrou si è piazzato terzo
con il 18,55% e Le Pen all’10,51%. Tutti gli altri partiti non superano il 5%.
Con il senno del poi, si può dire che tutto sommato non ci sono state grosse
sorprese.

Sia i sondaggi sull’interesse dei francesi per la
campagna sia i circa quattro milioni di nuovi iscritti facevano intuire che
l’affluenza alle urne sarebbe stata altissima, e cosi è stato: nonostante la
bellissima giornata, l’84,60% degli iscritti si è recato alle urne, con file
d’attesa di ore per votare. Bisogna risalire al ’65 per trovare un tasso di
partecipazione cosi alto. I Francesi hanno ricordato la lezione del 21 aprile
2002: il debole numero di schede bianche (l’1,44% dei votanti) e il distacco
dei due candidati in testa rispetto agli altri candidati testimonia della
volontà di dare una preferenza, qualsiasi ne sia la motivazione (voto utile o
convizione ideologica) e di non lasciarsi andare nel voto di protesta.

La vera sorpresa di
questo turno riguarda gli scarti tra i candidati.

Il grande vincitore di questo primo turno è
sicuramente il leader liberale Nicolas Sarkozy. Ha vinto sui due fronti: a
destra, ha fermato Le Pen, il quale crolla a un pò più di 3 milioni di votanti
(3.824.258) cioè il 10,51% dei suffragi espressi. Sin dalla sua prima
partecipazione alla campagna presidenziale nell’‘88, il leader del Fronte
nazionale non aveva mai avuto consensi inferiori al 14% dei suffragi espressi
al primo turno (14,38% nel’‘88, 15% nel ‘95, 16,86% nel 2002), e non era mai
sceso, in termini assoluti, sotto i 4 milioni di votanti (4.376.742 nel ‘88,
4.571.138 nel ‘95, 4.804.713 nel 2002).

Sarkozy aveva scommesso che, dati i risultati
dell’aprile 2002, le sue chances di passare al secondo turno dipendevano dalla
sua capacità di sedurre l’elettorato che guardava con sempre più simpatia al
Fronte Nazionale, doveva scendere, cioè, sui temi dell’insicurezza,
dell’immigrazione, dell’identità nazionale. Lo ha fatto, tuttavia, senza mai
riprendere le idee del leader d’estrema destra, evitando così di alienarsi
l’elettorato della destra moderata e quello gollista. In tal modo Sarkozy ha
saputo rispondere alle aspettative di un buon terzo dei Francesi e ha vinto
anche la battaglia delle idee, imponendosi davanti Ségolène Royal con un più di
5 punti percentuali rispetto alla candidata socialista (cioè circa 2.000.000 di
votanti in più). Ha imposto, infine, una leadership forte a destra (evitando
per la prima volta dall’epoca di Pompidou, la molteplicità delle candidature),
cosi come al paese.

Sulla rive gauche, alla sede del PS rue de
Solferino, il popolo socialista ha tirato un sospiro di sollievo. Il risultato
di Ségolène Royal non si può certo definire una grande vittoria, data
l’ampiezza della distanza che la separa da Sarkozy. Ha saputo, però, evitare la
dispersione dell’elettorato socialista, chiamando al voto utile o
“consapevole”, seconda la definizione che la candidata ha dato negli ultimi
giorni di campagna. Per il momento non vi è alcun rischio per Ségolène di
rimanere prigioniera dell’estrema sinistra, come avviene in Italia o in Spagna,
dato che a sinistra del PS non vi è una formazione che superi la soglia dei 5%,
nemmeno il partito trotzkista di Olivier Besancenot, che nel 2002 sembrava
molto più promettente. Inoltre, questa vittoria ricompatta il partito
socialista dietro la sua candidata per il secondo turno ed evita cosi che la
prospettiva di un “partito democratico” di centro, proposta da Bayrou, diventi
realtà; una situazione delicata che avrebbe sicuramente portato in primo piano
la questione del futuro di un partito socialista lacerato dalle divisioni
interne.

Oltre a Jean Marie Le Pen, l’altro grande
sconfitto è senza dubbio Bayrou. La sua candidatura non è arrivata in porto e
non si avvicina nemmeno al secondo posto (ha ottenuto un po più del 18,55% dei
suffragi espressi, cioè 6 750 006). Nondimeno, il suo risultato dimostra che
quasi un quinto dell’elettorato francese ha rifiutato gli schemi abbastanza
classici della politica francese. Ma si può ipotizzare che la sconfitta di
Bayrou sia più ampia di quanto questo primo turno lasci trasparire e che si
troverà ormai davanti a difficoltà molto più grandi. Infatti, da quando si è
impadronito dell’UDF, ha perso numerosi quadri, una fuga che si è accentuata
nelle ultime settimane. Le personalità che da anni facevano la storia dell’UDF
erano tutte stasera sugli schermi della televisione a spiegare ed appoggiare la
vittoria di Sarkozy. Bayrou contava sull’effetto trainante di una sua vittoria
almeno al primo turno per raccogliere “uomini di buona volontà”, quadri e candidati,
profughi da destra e da sinistra per confluire in un grande centro. In vista
delle prossime elezioni legislative di giugno bisogna chiedersi che fine farà
il partito fondato da Giscard d’Estaing una trentina di anni fa (Giscard che ha
raggiunto Sarkozy qualche giorno fa), da allora protagonista della vita
politica.

Tuttavia, il risultato ottenuto da
Bayrou impone un “accentramento” nelle strategie dei due candidati ancora in
corsa, i quali, per ora, avevano sviluppato una strategia piuttosto centrifuga.
Benché essi ribadiscano quasi all’unisono che i Francesi dovranno scegliere tra
“due modelli di società”, accentuando la bipolarizzazione dello scontro
politico, e neghino che cambieranno la loro politica aprendo all’elettorato del
leader centrista, essi dovranno confrontarsi innanzitutto con questo. In
effetti, anche se Le Pen darà una consegna di voto solo il 1 maggio, si può
ipotizzare che il suo elettorato non voterà per Ségolène Royal. A sinistra, i
partiti estremi hanno già chiamato invece a votare per la candidata socialista
al secondo turno. La principale domanda è quindi quale dei due candidati
riuscirà a conquistare la maggior parte dell’elettorato centrista, con o senza
accordi con Bayrou. Non è un caso se, a commentare i risultati in televisione,
Sarkozy abbia mandato inanzittutto ex membri dell’UDF e, non è nemmeno un caso
se la prima proposta dei socialisti è stata la costituzione di un fronte
anti-sarkozy, slogan di campagna del leader centrista. Staremo a vedere…