A Landini diciamo: l’articolo 8 non si tocca!

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A Landini diciamo: l’articolo 8 non si tocca!

10 Marzo 2014

Nella sua lettera indirizzata al premier Renzi e pubblicata da Repubblica, il segretario di Fiom, Maurizio Landini, è tornato a chiedere la cancellazione dell’articolo 8 della legge 138 del 2011, colpevole, secondo il sindacalista, di "derogare ai contratti nazionali di lavoro". In realtà, l’articolo 8 ha dato un’alternativa in più a lavoratori e imprese da una contrattazione troppo centralizzata, garantendo certezza e adattarsi delle regole dalle leggi alla contrattazione stessa, fissando obiettivi condivisi per la crescita e l’occupazione.

L’articolo 8 va nella direzione, seguita da Ncd, di una Italia dove ci siano meno Stato e più società, ‘meno forma e più sostanza’, in modo che a crescere siano insieme le aziende e il lavoro. "Landini, Airaudo e gli altri esponenti della FIOM e di Sel non si fidano dei lavoratori", dice il presidente dei Senatori del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi. "E’ necessario collegare il salario alla produttività sulla base di accordi che adattino alle concrete circostanze d’impresa le mansioni, gli inquadramenti, gli orari, le stesse tipologie contrattuali nell’ambito di principi generali. Ed è proprio in prossimità, là ove imprenditori e lavoratori si guardano negli occhi, lontano dalle ideologie che prescindono dalle persone, che si è portati a condividere le fatiche e i risultati".

Insomma, "Landini non rappresenta il nuovo nel sindacato ma quell”antico’ che più ancora del ‘vecchio’ si oppone all’uscita dal Novecento ideologico", conclude Sacconi. Il mercato del lavoro cambia: nei tempi, nei modi, nelle tecnologie e ai cambiamenti in atto occorre rispondere con un pragmatismo che sinceramente non abbiamo ritrovato nella lettera del leader di Fiom a Repubblica.