A Mumbai torna la paura, 18 morti e 131 feriti per tre attacchi terroristici
14 Luglio 2011
di redazione
Tre esplosioni, 18 persone ammazzate, 131 ferite tra cui 23 in condizioni gravi. Questi i numeri dell’attacco terroristico che ha colpito la città di Mumbai, centro finanziario dell’India, nella giornata di ieri. Una bomba è scoppiata in un auto nella zona di Opera House, nel sud della metropoli, all’interno del quartiere finanziario, mentre un’altra, sempre a sud, è stata piazzata vicino a una centralina elettrica nel rione di Dadar, popolato dalla classe media. Una terza è esplosa a Zaveri Bazar, affollato mercato del centro dove si è anche sviluppato un incendio già domato dai vigili del fuoco.
Secondo una prima ricostruzione le esplosioni sono avvenute a una distanza di massimo dieci chilometri, quasi in contemporanea, cioè intorno alle 18.45, ora locale. Fonti dell’intelligence indiana hanno indicato, subito dopo l’attacco, che potrebbe essere coinvolto il gruppo islamico fuorilegge degli ‘Indian Mujahiddin’, affiliato ai militanti pakistani di Lashkar-e-Taiba e al quale sono stati attribuiti vari altri attentati nel Paese.
Ma il ministro dell’Interno – che ha respinto le accuse su presunti errori dell’intelligence, spiegando che non vi era nessun allarme sul rischio di un attacco imminente – ha dichiarato che non ci sono ancora piste che possano far risalire ai responsabili: "Tutti i gruppi che hanno la capacità di compiere quegli attacchi terroristici sono sospetti. In questa fase non puntiamo il dito contro questo o quel gruppo".
La situazione è comunque molto confusa. La città è letteralmente nel caos, il traffico è impazzito e i treni sono fermi. Intanto l’unità di crisi della Farnesina, in coordinamento con l’ambasciata d’Italia a New Delhi, sta verificando l’eventuale coinvolgimento di connazionali nelle esplosioni.
Le esplosioni che si sono verificate proprio nel giorno del compleanno di Mohammad Qasab, unico terrorista sopravvissutto negli attentati del 2008, fa ripiombare Mumbai nella paura. Il 26 novembre di quell’anno 10 attacchi terroristici avvenuti simultaneamente nella città che fecero più di 166 vittime, circa 300 feriti, la maggior parte Indiana, oltre a circa 22 stranieri. Un Italiano perse la vita a causa dell’esplosione di una granata. Gli scontri durarono circa 60 ore e terminarono con il sanguinoso blitz per la liberazione dell’hotel Taj, dove si erano asserragliati gli ultimi terroristi. Il totale degli ostaggi liberati durante le operazioni fu di 610 persone mentre i terroristi uccisi furono 15, solo uno fu preso vivo.