A Napoli c’è tanto da riflettere ma, soprattutto, tanto da fare

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A Napoli c’è tanto da riflettere ma, soprattutto, tanto da fare

11 Agosto 2011

di Y. B.

Buone vacanze, napoletani. Si fa per dire, vista la crisi – e non solo quella dei rifiuti – che attende al rientro chi è riuscito ad andare in vacanza. Per tutti, in ogni caso, il periodo di pausa è un buon pretesto per riflettere. Su cosa? Beh, c’è tanto a cui pensare: come saranno investiti i milioni sbloccati dal Governo per il Sud, quando e se partiranno le navi cariche di rifiuti, come andrà a finire la storia della differenziata, se servirà davvero l’accordo siglato con il centro per il riciclo di Vedelago.

Tra tanta puzza e tanti temi su cui riflettere, resta la certezza delle mille tonnellate di spazzatura che giacciono ancora per strada, il tutto mentre il sindaco De Magistris si fa intervistare e inquadrare durante l’amichevole del Napoli contro il Penarol. Ostenta sicurezza, sembra avere la situazione in pugno. Da napoletani continuiamo ad augurarcelo, ma sembra che un’altra promessa sia, ormai, naufragata. Ricordate il 70% di raccolta differenziata entro sei mesi? Beh, forse il tutto sarà rimandato all’anno prossimo, ma non si sa ancora in quale mese del 2012.

Tutta colpa di altri, ovviamente. Degli impianti che non funzionano, dei fondi che non arrivano. Insomma, la solita storia. Sindaco e vicesindaco, intanto, si affrettano a far sapere che nulla è cambiato e che non c’è nessun balletto di cifre: il 70%, a loro dire, sarà raggiunto, ma i mesi devono essere calcolati da quando partirà materialmente il progetto, cosa che finora non è potuta avvenire in modo completo, ovviamente per colpa di altri.

Eppure, nei giorni scorsi si era parlato di un 68%, facendo però riferimento soltanto a 500mila napoletani serviti dalla differenziata. Ma i conti non tornano: la popolazione cittadina è il doppio e quindi, se pure si arrivasse al 20% per l?altra metà di cittadini che al momento viene tenuta fuori dalla raccolta differenziata, il risultato finale per il 2012, calcolato sul totale, sarebbe comunque di poco superiore a un 40% complessivo. . Senza considerare, poi, che la raccolta differenziata porta a porta dovrebbe escludere completamente due municipalità molto popolate, quella di Secondigliano e di Pianura.

Un consiglio ai napoletani: giocatevi 68, 70 e 44 come terno secco sulla ruota di Napoli. Almeno, se la dea bendata dovesse assistervi, potrete ricavare qualcosa di buono da tutto questo caos. Noi continuiamo ad aspettare e a registrare gli eventi: il 68% di differenziata a fine 2012? Caro “Masaniello”, se pure si arrivasse al 44% sul milione di abitanti la statua, i napoletani, te la costruirebbero lo stesso. Ma difficilmente si può immaginare di raggiungere un risultato del genere. La verità è che le speranze di un intero popolo ruotano attorno a questo grave problema, che non è soltanto sanitario o di ordine pubblico, ma, soprattutto, di immagine. La cartolina del Vesuvio, del mare e del pino, non vuole più essere offuscata da tonnellate e tonnellate di rifiuti lasciati a marcire in strada.

Meno male che è arrivata almeno una buona notizia: la Louis Vitton’s Cup, anticamera della Coppa America di vela, dovrebbe svolgersi proprio a Napoli. Se così sarà, ci troveremo di sicuro di fronte a un’occasione di crescita e sviluppo per l’intero territorio che sarebbe da folli farsi scappare. Una nota congiunta del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, del sindaco di Napoli Luigi de Magistris e del presidente partenopeo dell’Unione degli Industriali Paolo Graziano dice che “è un’immagine nuova che vogliamo consegnare alla intera comunità internazionale. È il segno evidente che quando funziona la collaborazione fra le diverse istituzioni, quando c’è la voglia di fare e la giusta determinazione si possono raggiungere i risultati. Senza divisioni e nell’ interesse esclusivo dei cittadini”.

Ora non si può fare altro che aspettare; vedere come maturano gli eventi e, alla fine, trarne le conclusioni, ricordando al neo-sindaco di fare presto e ricordandogli anche che tutta l’immondizia che partirà con le navi sarà bruciata in un termovalorizzatore di un Paese dell’Europa del Nord. E quello di Acerra? Forse il “termovalorizzatore” del vicino è sempre più verde? E poi, perché si sbeffeggiava Lettieri in campagna elettorale quando diceva di voler inviare i rifiuti all’estero e oggi si propone la stessa cosa? Le domande senza risposta restano davvero tante.