A Pescara si discute del Patto per lo Sviluppo: un’occasione da non sprecare

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A Pescara si discute del Patto per lo Sviluppo: un’occasione da non sprecare

19 Gennaio 2012

di F. C.

Un passo indietro e non certo in avanti. Questo è ciò che hanno compiuto quelle associazioni di categoria che nei giorni scorsi hanno deciso di uscire dal Patto per lo Sviluppo. Una decisione miope o quantomeno frettolosa, che per molti versi appare immotivata. Il Patto, infatti, in questi mesi non ha certo cambiato volto, né deluso aspettative. Il Patto è restato quello che era: un luogo “nobile” di confronto per il futuro dell’Abruzzo.

Con il Patto si è fatto quel che si è potuto, con lealtà e senso della realtà. Inutile nascondersi dietro un dito: le risorse sono contingentate, stiamo attraversando uno dei momenti più difficili della storia dal dopoguerra. E l’Abruzzo subisce, oltre ai contraccolpi internazionali, anche quelli interni, dovuti ad anni ed anni di gestione dissennata della politica e delle finanze.

Perché dunque prendersela con l’unico strumento in grado di proporre qualcosa di finalmente nuovo per la nostra Regione? Perché interrompere, prima ancora che sia iniziato, il cammino verso scelte decisive nell’ottica del rilancio e della ripresa economica?

Certo, se qualcuno si aspettava che il Patto potesse essere uno strumento per riproporre sotto una veste diversa gli errori del passato, si è sbagliato. E’ finito il tempo dei favoritismi e delle risorse distribuite a pioggia alle corporazioni.

Quello che era stato siglato il 14 aprile scorso doveva infatti essere qualcosa di più di un accordo. Doveva essere l’avvio di un nuovo ciclo, di un nuovo modo di tutelare gli interessi della regione e dei cittadini. Armonizzando gli interessi di tutti e non favorendo quelli di qualcuno. Ma per farlo occorre coraggio, occorre impegno, occorre soprattutto responsabilità.

Continuare ad esercitarsi in accuse reciproche, in recriminazioni, in polemiche pretestuose e strumentali, non farà certo crescere i muscoli al nostro territorio. Perché non proviamo invece a confrontarci? Perché non cerchiamo insieme le soluzioni?

Una via è già tracciata ed è quella che il Governo si sta impegnando a percorrere con le liberalizzazioni. Un tema che  tra l’altro, ci tocca da vicino, visto che dovremo affrontare riforme importanti come quella dei trasporti o del commercio. Sono questi i temi sui quali dobbiamo confrontarci. Temi veri, destinati ad incidere sulla nostra quotidianità, tra i tanti. Tutto il resto è inutile polemica.

Puntare i piedi e sbattere la porta, invece che ad una presa di posizione assomiglia di più ad una fuga. Un passo indietro, come ho già detto, e non una fuga in avanti. Aver già voluto tracciare un bilancio dei risultati raggiunti – o meglio non raggiunti – dal Patto è stato ingeneroso. Occorre tempo. E ancora di più, occorrono le condizioni. I problemi ci sono, è inutile negarlo. Ma a maggior ragione, in avanti si procede solo se si resta uniti. Domani a Pescara ci sarà una nuova convocazione del Patto. Non sprechiamo anche questa occasione. Se sarà necessario saremo pronti a fare battaglia. Ma per sperare di vincerla, dobbiamo farla tutti insieme.