A Pisa l’occupazione è tutta una farsa
24 Ottobre 2008
Il gruppo studentesco Sinistra Per, insieme alle organizzazioni sindacali, ha indetto una manifestazione cittadina, che parte questo pomeriggio alle 15.00 da Piazza S. Antonio. Ogni consiglio di facoltà ha valutato liberamente se sospendere o meno l’attività didattica, per permettere a docenti e studenti di andare a manifestare. Scienze politiche, Giurisprudenza, Lettere, Storia e Filosofia, Scienze ed Ingegneria hanno annunciato la sospensione delle lezioni pomeridiane. Uno stratagemma davvero geniale, per alzare l’adesione alla manifestazione! Gli studenti si trovano a Pisa per seguire le lezioni della mattina, e dal momento che nel pomeriggio non sanno cosa fare, sono invogliati ad andare al corteo. Ciò lo dimostra le parole di una studentessa di giurisprudenza: “Dobbiamo manifestare per tutto quello che sta succedendo. Tanto non ho niente da fare, hanno sospeso pure le lezioni”. Qui nessuno sembra capire esattamente per quale motivo scendono in piazza: lo fanno e basta.
Ma che cosa ne sanno gli studenti di questa mobilitazione? E, soprattutto, quanto ci credono? Per rispondere basta passeggiare un po’ per le vie di Pisa. I ritmi della città questa mattina sono gli stessi di sempre: sobri e sonnacchiosi, proprio come gli studenti che normalmente vengono a lezione. Pisa sembra un campo di battaglia abbandonato, più che un vero e proprio “terreno di guerra”, come l’hanno spesso definita gli studenti mobilitati. In giro si dice che l’ateneo è occupato da oltre quindici giorni e che la protesta durerà in oltranza. Ma si deve fare un buono sforzo di fantasia per poter credere a queste voci: sono davvero pochi gli studenti che si stanno mobilitando. E per capirlo basta contarli. Al “Polo Carmignani Occupato”, struttura di riferimento per chi aderisce alla sommossa, questa mattina sono in otto. Ma sperano che “al corteo di partecipino 10.000 persone”, e aggiungono: “Se arriveremo a 5.000 manifestanti sarà un successo”. Molto più deludenti sono però le risposte alla domanda: “Per cosa vi mobilitate esattamente?” Un giovane, prima di prendere la parola fa un tiro di sigaretta, stende i piedi sulla scrivania e si rifiuta palesemente di rispondere: “Io mi occupo della comunicazione, devo inviare email agli altri poli attivi, se vuoi delle informazioni precise devi chiedere a Marzia, ma questa mattina è rimasta a letto. La trovi oggi pomeriggio al corteo. – a aggiunge – Io ti potrei dare soltanto una visione generale della cosa”.
Anche Palazzo Ricci, sede della facoltà di Lettere, non ha l’aria di essere in sommossa. Le aule sono piene di studenti che prendono appunti: le lezioni procedono normalmente. Soltanto un ragazzo transita con uno striscione colorato con questo slogan: “Adesso picchiateci tutti”. E alla domanda sul perché di questa frase così ad effetto, spiega: “Le forze dell’ordine sono nelle mani del Governo, ma noi non temiamo nessuno”. E, a proposito di Governo, aggiunge: “Nonostante quello che ha detto il Premier , continueremo la nostra battaglia almeno fino a Natale!”. Ciò a dimostrazione di come gli studenti pisani non siano effettivamente organizzati e la sommossa sembri più uno stratagemma per prolungare le vacanze estive, prima degli appelli invernali, che sono nel bimestre gennaio – febbraio.
Intanto gli studenti contrari alla protesta, non tollerano il fatto che “il diritto allo studio venga confuso con una carnevalata” e deridono questa “inutile sommossa”, definendola davvero una “buffonata”, dato che gli occupanti “tornano a casa a dormire e chiudono le sedi nel weekend, invece di presidiare le università ventiquattro ore su ventiquattro”. Parlano di “mancanza di serietà”, da parte di chi si mobilita nell’ateneo: “Sono in pochi e vorrebbero sospendere la didattica ma non ci riescono perché la maggior parte di noi vuole seguire le lezioni tranquillamente”. In effetti la sospensione didattica potrebbe essere un valido strumento di protesta, ma un giovane a favore della sommossa spiega: “bloccare completamente la didattica farebbe scendere ulteriormente le adesini, dato che l’interesse è già calato rispetto ai primi giorni.” In effetti i primi giorni anche i professori sembravano molto più attivi. Dopo la riunione di ateneo, tenutasi mercoledì 22 ottobre, la decisione era quella di fare lezione per le strade. Questa mattina per le strade non c’era nessuno e anche i docenti che inizialmente avevano aderito all’iniziativa sono tornati comodamente nelle aule. Il motivo? “Se oggi non vedi nessuno a Pisa è perché piove, sono tutti in classe”, spiegano gli otto occupanti del Polo Camignani. Inoltre aggiungono: “Anche i professori mobilitati preferiscono continuare a fare lezione. Se sospendessero i corsi o si rifiutassero di tenerli perderebbero punti in graduatoria e il loro stipendio scenderebbe”.