A Reno, Nevada, il politicamente corretto sfodera l’arma finale: “Repubblicani contro Trump”
06 Novembre 2016
Leggere dal Guardian del trentenne che oggi a un certo punto ha scatenato un parapiglia durante un comizio di Donald Trump a Reno, nel Nevada, con gli agenti dei servizi segreti che spostano di peso il Don dal palco per portarlo al sicuro, temendo una sparatoria, è assolutamente spassoso.
L’articolo infatti non si degna minimamente di spiegare il contesto di quanto è accaduto, l’atmosfera da pericolo imminente che si respira in America a due giorni dal voto per le presidenziali, con tanto di minacce jihadiste in arrivo già per lunedì. Un contesto che spiegherebbe la rapida azione dei servizi a protezione di Trump. No, tutto l’articolo è un peana sulla povera vittima, il trentenne Austyn Crites, che ha raccontato di essere stato preso a spintoni e pugni dal popolo trumpista dopo che aveva sollevato un cartello con su scritto “Repubblicani contro Trump”.
A quel punto si è scatenato il paraglia, qualcuno ha gridato “pistola, pistola”, il giovane sarebbe stato ghermito dalla folla e poi preso in consegna dagli agenti della sicurezza. Il fatto come lo racconta il Guardian mostra un povero ragazzo finito in una gabbia di matti; la realtà è che si teme per la sicurezza personale di Trump, e la scena che abbiamo visto andare in onda oggi parla di una strana America.
Quella del video che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi, realizzato da un reporter sotto copertura, che ha scoperchiato i metodi usati dai Democratici per infiltrarsi nelle manifestazioni trumpiste e scatenare la rissa, per poi far passare Trump e i suoi elettori come persone odiose, violente e prevaricatrici (“fascisti” secondo il giovanotto che ha reso testimonianza al Guardian).
O come l’atteggiamento a dir poco assurdo di grandi emittenti come CNN che invita gli spettatori a non visitare il sito di Wikileaks, “non dovete farlo, è reato”, spiegando che bisogna accontentarsi di quello che su Assange e soci ci passa la stampa, a quanto pare unica depositaria della libertà di informazione.
Insomma, dal giovane “vittima” dei trumpisti a Wikileaks “vietato” – davvero le stanno provando tutte per rovesciare orwellianamente una verità molto semplice: che un grande numero di persone ormai ha scommesso su The Donald e che il magnate, nonostante l’ultimo sondaggio del WSJ dia ancora in vantaggio Hillary, potrebbe vincere le elezioni americane.