A Ruvo di Puglia si gioca una partita politica dall’alto valore simbolico

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A Ruvo di Puglia si gioca una partita politica dall’alto valore simbolico

27 Maggio 2011

di M.M.

Per il centrodestra il ballottaggio di Ruvo di Puglia, uno dei comuni del barese andati al voto in questa tornata elettorale, sarà un test cruciale sotto più punti di vista. In primo luogo, nel momento in cui si andranno a tirare le somme del bilancio delle amministrative nell’area di Bari, un’eventuale vittoria a Ruvo, se sommata a quella nel Comune di Casamassima (dove il Pdl parte in vantaggio), significherebbe aver strappato al centrosinistra altre due amministrazioni (perché andrebbero ad aggiungersi alla conquista, fatta al primo turno, del Comune di Palo). Il che, tenuto conto delle vittorie già incassate a Bitetto e Locorotondo, vorrebbe dire per il centrodestra uscire dalle elezioni con cinque amministrazioni all’attivo, mentre prima se ne aveva una sola (Locorotondo). In sostanza, la vittoria ai ballottaggi di Ruvo – unita ad un successo anche a Casamassima – consoliderebbe una maggiore presenza della coalizione nell’area barese modificando in maniera rilevante i vecchi assetti politici del territorio.

Ma il ballottaggio a Ruvo rappresenta un test elettorale anche per altre ragioni, più simboliche che numeriche. Qui, infatti, al primo turno si è giocata, prima ancora che una partita politica tra opposti schieramenti, una partita tutta giocata dentro il centrodestra. Il candidato del Pdl Franco Catalano, sceso in campo nonostante le divisioni interne al partito sulla sua candidatura, non è riuscito a superare il primo turno mentre al ballottaggio andrà, in rappresentanza del centrodestra contro il candidato del centrosinistra Vito Ottombrini, l’ex assessore provinciale del Pdl Matteo Paparella. Candidatosi in aperta opposizione al suo partito e contro la decisione dei vertici di sostenere a tutti i costi Catalano, adesso Paparella, dopo l’importante risultato ottenuto, ha aperto la porta al Pdl stringendo con esso un accordo politico. In sostanza, tale accordo sancisce la ricucitura dello strappo tra Paparella e il partito ma, soprattutto, rimette insieme le diverse anime del Pdl pugliese entrate in conflitto nella fase delle candidature.

Un’eventuale vittoria a Ruvo, tenuto conto di tutto ciò, sarebbe quindi la dimostrazione più evidente del fatto che il centrodestra può vincere solo se, mettendo da parte le litigiosità interne, si dimostrerà unito. Oltretutto, l’intera vicenda darebbe un ottimo esempio di cosa significa fare politica, cioè essere in grado, in ogni momento, di imparare dagli errori fatti tenendo ben presente qual è l’obiettivo finale e ripensando, via via, la strategia più giusta per ottenerlo.

Infine, la vittoria a Ruvo avrebbe anche un ulteriore valore, di cui si deve tener conto. Il Comune è molto vicino a Terlizzi, patria del governatore della Puglia, Nichi Vendola. Conquistarne la guida, quindi, significherebbe guadagnare la presenza su un territorio che finora ha gravitato intorno all’orbita vendoliana, a dimostrazione della progressiva caduta di un falso mito che si sta pian piano sgretolando in tutta la Puglia. Insomma, una vittoria simbolica che rafforzerebbe ulteriormente la vittoria numerica.