A scuola da Aznar. Viaggio nella Spagna che aspetta un nuovo governo

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A scuola da Aznar. Viaggio nella Spagna che aspetta un nuovo governo

14 Luglio 2011

Poco meno di un’ora. Questo il tempo che divide la magnifica Madrid dal piccolo pueblo di Navacerrada, un paesino nella suggestiva Sierra madrilena. Basta guardare fuori, attraverso i grandi vetri del bus che porta al Campus Faes 2011, la summer school della Fundación para el análisis y los estudios sociales, la fondazione presieduta dall’ex primo ministro spagnolo, José Maria Aznar, per accorgersi che la Spagna è ferma e aspetta.

Da quasi otto anni il premier José Luis Rodriguez Zapatero guida la Spagna, e le sue ricette socialiste contro la crisi hanno peggiorato sensibilmente la situazione economica e sociale del paese iberico, preso tra gli effetti ancora palpabili della crisi internazionale del credito immobiliare, una sfiducia crescente dei mercati sul rischio sovrano spagnolo e una disoccupazione al 20% (con un tasso di disoccupazione giovanile al 50%).  

La via del bus scorre sull’autostrada assediata ai suoi margini da mega cartelloni con scritte colorate ‘en Venta’, che aprono la vista su tante grandi e piccole speculazioni edilizie, villette a schiera nuovissime o da finire, figlie illegittime della ‘burbuja inmobiliaria’, la bolla immobiliare spagnola che ha travolto la Spagna e il suo sostenuto miracolo economico. La vibrante economia sud-europea, di cui tanti in Europa e nel mondo tessevano le lodi fino a pochi anni fa, è al palo.

Le elezioni politiche generali in Spagna si terranno probabilmente il prossimo autunno e Zapatero ha già annunciato che non difenderà il suo operato di fronte al candidato del PP, Mariano Rajoy. Sarà l’ex-ministro degli interni del governo Zapatero dimessosi la scorsa settimana, Alfredo Perez Rubalcaba, ad avere il dubbio privilegio di portare il vessillo in veste di prossimo candidato del PSOE alla premiership spagnola.  

Ma le sue chance di vittoria sono pochissime. Pari allo zero, secondo i più autorevoli commentatori spagnoli. Di fatto i socialisti non hanno un bilancio positivo da difendere di fronte agli elettori. Tanti in Spagna prevedono che questa volta presidente del PP, Mariano Rajoy, dopo le sconfitte del 2004 e del 2008, riuscirà a conquistare la guida del paese. Ed è molto probabile che ciò avvenga con una maggioranza assoluta.

Se insomma la Spagna aspetta, e si prepara a un nuovo governo, la Faes dell’ex-premier Aznar ha cercato di apportare al dibattito nazionale spagnolo – e soprattutto al dibattito in seno al PP – risposte, soluzioni, analisi. Lo ha fatto con il suo annuale Campus estivo, dall’ambizioso programma e articolato sull’apertura dei lavori da parte dell’ex-premier Aznar  e con una conclusione del presidente del PP, Mariano Rajoy. Nel mezzo un percorso su tre binari: ‘El camino a la prosperidad’, il cammino verso la prosperità; ‘Una Europa firme en un mondo cambiante’, un’Europa solida in un mondo che cambia; ‘Claves politicas para Espana’, le chiavi della politica spagnola.

Nella sua introduzione del 1 Luglio 2011, l’ex-premier Aznar ha aperto i lavori del campus alla presenza di Ian Duncan Smith, attuale ministro del lavoro e delle pensioni del governo di coalizione liberal-conservatore britannico presieduto da David Cameron e all’ex primo ministro polacco, Jan Krzysztof Bielecki, il secondo premier a guidare la Polonia libera. Un dialogo a tre, scandito dai rispettivi interventi.

L’intervento di José Maria Aznar del 1 luglio

Aznar ha esplicitamente messo in luce la disastrosa eredità che le politiche socialiste di Luis Zapatero hanno lasciato al paese, sottolineando come a suo parere gli spagnoli siano disponibili a sostenere riforme comprensibili. Il governo Zapatero e la maggioranza a guida socialista, secondo l’ex-premier Aznar, hanno fatto passare l’idea che “il denaro pubblico non appartenga  a nessuno” o altri come quello che vorrebbe che ”la nazione sia un concetto discusso e discutibile”. Secondo l’ex-premier del PP è necessario in Spagna un ritorno alla parola data, per costruire “una Spagna di tutti e per tutti e non più afflitta dal settarismo” politico. Aznar ha inoltre voluto attaccare la politica di Zapatero nei confronti dell’ETA, che starebbe conducendo a una “legittimazione del terrorismo”. Leggi l’intervento integrale sul sito di Faes

L’intervento di Jan Krzysztof Bieliecki del 1 Luglio

L’ex-premier polacco Bieliecki ha invece posto l’accento sull’Europa, sottolineando che un tempo le politiche nazionali europee erano più semplici, sostenendo che la rimozione dell’equilibrio di Yalta avrebbe dovuto comportare un ripensamento della politica europea. L’euro era stato pensato per essere un’ancora di stabilità, visto l’emergere delle nazioni asiatiche e il lento ritiro statunitense dal teatro europeo. In questo senso era stata pensata la creazione di una governance europea all’inizio degli anni ’90. Sulla crisi dell’europeismo tedesco Bieliecki ha dato l’analisi più cogente: il tandem franco-tedesco non deve essere dato più per scontato, in quanto l’ultima generazione di politici tedeschi non crede più nell’obbligo politico e morale di sostenere il progetto europeo. Leggi l’intervento integrale sul sito di Faes

L’intervento di Ian Duncan Smith del 1 luglio

Anche il ministro del lavoro e delle pensioni britannico ha voluto concentrarsi sui problemi strutturali dell’Europa, in particolare il debito pubblico degli Stati europei. Il punto di partenza della classe dirigente conservatrice è il ritorno alla lotta alla povertà attraverso la creazione di nuova ricchezza. Il primo passo deve essere una liberalizzazione del mercato del lavoro. Animatore di un think tank britannico, il Center for Social Justice,  Duncan Smith ha sostenuto che il modello contrattazione salariale centrale e collettiva voluta negli ultimi decenni dai sindacati, ha distrutto la produttività dell’Europa. Ha per questo voluto citare il dato britannico, ove secondo la sua opinione, la produttività britannica è stata migliorata grazie all’introduzione di flessibilità nel mercato del lavoro spagnolo. Guarda in video l’intervento sul sito di Faes

Fine prima puntata. Continua…

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