A tu per tu con i global standard (nel blog di Tremonti)
09 Luglio 2009
Caro Direttore,
Lascio ad altri l’analisi dei retroscena G8 e il commento sui numerosi parafernali, degni a mio avviso degli insegnamenti della parigina EGE (l’Ecole de Guerre Economique).
Preferisco concentrarmi su un singolare esperimento di democrazia consultiva, a forte contenuto simbolico: il blog di Tremonti, il “Global Standard Blog”, predisposto in tutta fretta da OCSE e, stando a quanto riferisce un informatissimo articolo del Foglio, dai consiglieri del MEF.
Il sito, a prima vista asciutto nella struttura e spartano nel design, è in realtà un piccolo mondo virtuale ben organizzato, che raccoglie tanto elementi “macro” quanto proposte “micro”.
Per quanto riguarda il “macro”, il visitatore del blog è subito messo a tu per tu con il quadro istituzionale. Spicca in particolare il lavoro dei saggi di Tremonti: le “tavole della legge”, i dodici principi su segreto bancario, nuova governance societaria, ambiente, lavoro, lotta all’evasione e all’elusione fiscale, lotta alla criminalita’ finanziaria e al riciclaggio di denaro sporco, definizione di stipendi per i top manager delle banche e dell’industria che siano “sostenibili” e collegati a obiettivi di lungo termine degli stakeholder, definizione di una governance delle grandi imprese condivisa e basata su regole certe e trasparenti.
Sono i principi di fondo su cui si basa il pacchetto “Global Standard”, un malloppo di una settantina di pagine circa, licenziato all’ultimo incontro dei ministri delle Finanze G8 a Lecce e ribattezzato in tutta fretta “Lecce Framework. Una piccola nota di colore: di questo testo parlano in tanti – Repubblica, Corriere, Sole 24 Ore e Foglio – ma nessuno ne pubblica una sola riga!
La prima parte del rapporto contiene una panoramica delle norme già esistenti, suddivise in cinque aree: corporate governance, integrità del mercato, regolamentazione e supervisione finanziaria, cooperazione fiscale e trasparenza delle politiche e dei dati macroeconomici. La seconda sezione è concepita invece per fornire possibili direttive d’azione agli Stati che si impegnano ad integrare il pacchetto all’interno dei propri ordinamenti. Lo scopo è quello di creare un unico digesto per tutti gli strumenti già esistenti, o addirittura di uscire dal vertice con la sottoscrizione di una serie di principi generali. In questo modo si rafforzerebbero nel loro peso politico e simbolico le regole di “soft law”, e il meccanismo anglosassone del “name and shame”.
Un successone, visto che in pieno G8 stanno saltando le resistenze al G8 paventate dalla stampa nei mesi scorsi. Un clamoroso esempio – l’ultimo di una lunga serie – è l’intervista di Gordon Brown al Corriere della Sera, con un chiaro endorsement del “Global Standard” tremontiano. Senza contare poi i sincronismi con l’enciclica papale, subito rilevati dal Financial Times.
Su un piano più specifico – quello “micro” – è interessante anche la discussione sul ruolo ambiguo delle agenzie di rating e sulla necessità di ridefinire il loro ruolo.
Ma a farla da padrone, anche a giudicare dal numero di post e commenti, è lo “MBA Oath”. Una formula che sempre più studenti delle business school internazionali pronunciano, convinti che il management sia una autentica professione-vocazione, per dirla con Max Weber. Per estensione logica, come un medico o un avvocato sottoscrivono un codice deontologico o pronunciano le parole immortali di Ippocrate, così è giusto che un manager pronunci il “suo” giuramento. Ed è molto significativo che questo giuramento si stia diffondendo proprio nelle business school americane, a lungo considerate le vere fucine di migliaia di finanzieri d’assalto e bracconieri senza scrupoli. Per Rakesh Khurana, uno dei guru di Harvard pionieri di questa iniziativa, il blog di Tremonti rappresenta senz’altro una piattaforma ideale per scatenare il dibattito a livello mondiale. Lo testimonia un contributo appena lasciato da Angel Cabrera, uno dei Young Leader del World Economic Forum, l’influente associazione internazionale lanciata dal potente “padrino” di Davos Klaus Schwab.
Sul sito di Tremonti, infine, si sprigionano in tempo reale larghe intese. Basti pensare alle parole di apprezzamento di Enrico Letta, imbarcato da Tremonti nel comitato dei saggi che ha lavorato alla messa a punto del “Global Standard”, e al manifesto sulla Finanza di Terra Futura, sigla associazionistica cui fa capo anche la CISL.
Chissà se Berlusconi e Tremonti, nel progettare l’agenda G8, avevano previsto anche i risvolti simbolici di un piccolo blog? Per la durata del vertice, non ci resta che accomodarci davanti al piccolo mondo virtuale di Tremonti. E seguire commenti e proposte che germogliano dal basso.