A un anno dalle presidenziali in Corea del Sud si intravedono già i candidati

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A un anno dalle presidenziali in Corea del Sud si intravedono già i candidati

19 Novembre 2011

In Corea del Sud, la sorprendente vittoria di Park Won-soon nelle elezioni per il sindaco di Seoul ha scosso il panorama politico, confermando la crisi del partito conservatore, il Grand National Party (GNP), che é alla guida del governo nazionale. Dissidente negli anni della dittatura, avvocato reso famoso da battaglie per diritti civili, Park Won-soon é divenuto negli anni un intellettuale di estrema sinistra.

Inizialmente, il Democratic Party (DP), principale partito d’opposizione, non sosteneva Park nella corsa a primo cittadino della capitale; ma proprio per riuscire a strappare una roccaforte al GNP, le sinistre ad inizio Ottobre avevano messo da parte le divisioni interne e concentrato gli sforzi a vantaggio di Park, che ha saputo entusiasmare i giovani e allargare gli orizzonti della campagna elettorale locale a temi come la Corea del Nord e la difesa.

Nonostante il sindaco di Seoul non abbia voce in merito sulla politica estera, proprio i rapporti con la Corea del Nord potrebbero essere influenzati dalla vittoria di Park. Il neosindaco di Seoul ha giustificato i codardi attacchi militari orchestrati dal regime comunista del Nord che sono costati la vita a 50 sudcoreani nell’ultimo anno; secondo Park, la Corea del Nord sarebbe stata precedentemente “provocata”. Tale bizzarra interpretazione dei fatti non é condivisa da tutti gli esponenti della sinistra; tuttavia, é certo che l’argomento su cui le distanze tra DP e GNP sono maggiori sia proprio la politica estera.

Il Presidente conservatore Lee Myung-Bak vinse le elezioni nazionali del 2007 sfruttando elettoralmente i fallimenti (e le truffe) dei governi di sinistra che nel decennio precedente avevano inutilmente (e costosamente) corteggiato il regime comunista dei Kim, arrivando (durante la presidenza di Dae Jung) a pagare enormi somme di denaro sottobanco in cambio di una manciata di teatrali ricongiungimenti familiari. Negli ultimi quattro anni, Lee ha mantenuto una politica estera pragmatica, non concedendo nulla alla Corea del Nord, e pretendendo prove di rinuncia al programma nucleare prima di riaprire qualsiasi trattativa riguardante aiuti umanitari ed energetici.

Le scaramucce e gli attacchi lungo la frontiera a cui si sono ridotti i nordcoreani sono una conferma che la strategia di Lee funziona. Eppure il DP vorrebbe tornare alle inutili strette di mano, alla distensione diplomatica che dà ai Kim tempo prezioso per accumulare uranio, ed alla consegna di cibo e combustibili senza richiedere una contropartita concreta (come la fine del programma atomico, la chiusura dei campi di concentramento, o spiragli di tolleranza religiosa). Insomma, il DP vorrebbe trattare il più atroce stato-prigione del mondo come se fosse un rispettabile partner internazionale, e vorrebbe regalare a fondo perduto combustibili e cibo, che servono solo a mantenere in piedi il teatrino degli orrori fondato da Stalin e gestito dalla famiglia Kim.

Il prossimo Aprile ci terranno le elezioni per l’Assemblea Nazionale, il parlamento di Seoul; e tra un anno esatto, a dicembre 2012, si terranno le elezioni presidenziali, alle queli Lee Myung-bak non potrà ricandidarsi, a causa della clausola costituzionale che prevede solo un mandato per il presidente. Cosa succederà? Il DP riconquisterà parlamento e presidenza? Vedremo davvero un ritorno al passato, ovvero alla politica estera piuttosto naive della sinistra sudcoreana? Certo questo é ciò che spera Pyongyang.

La vittoria di Park Won-soon a Seoul ha dimostrato come il DP abbia gioco facile nel cavalcare la memoria corta delle giovani generazioni ed il malcontento dovuto alla crisi economica tra gli adulti. Ma il GNP ha un paio di buone carte da giocarsi: l’Accordo di Libero Commercio (FTA) da poco raggiunto con Washington; e la possibile candidatura alle presidenziali 2012 di Park Geun-hye, figlia del dittatore Park Chung-hee che negli anni ’70 aveva radicalmente modernizzato la Corea del Sud, migliorandone drasticamente la ricchezza pro-capite e ponendo le solide basi economiche grazie a cui é diventata una delle tigri asiatiche.