Abbasso i bavagli! (anche per Dell’Utri)
01 Settembre 2010
di redazione
Scendono in strada gridando che in Italia non c’è libertà di parola. S’impadroniscono delle piazze coprendosi la bocca con un bavaglio perché, dicono, è giusto che l’Italia sia un Paese intercettato e che il Grande Fratello ci ascolti. Sono anni che la sinistra italiana si erge a paladina di chi non ha la parola con i suoi giornali e mezzibusti catodici, i suoi rappresentanti politici, la gilda degli attori e dello spettacolo.
Hanno quasi convinto gli italiani che l’informazione è controllata, in un’epoca in cui se c’è qualcosa che difficilmente si può bloccare o contenere è proprio il diritto di dire la nostra su qualsiasi argomento. Ma alla fine dei giochi il loro passato di veri liberali riemerge sempre. La loro storia non tradisce. Perché vengono da una cultura che quella libertà di parola l’ha vista col cannocchiale.
E lo dimostrano, puntualmente. Com’è successo l’altra sera al senatore Marcello dell’Utri. Era stato invitato a Como nell’ambito della rassegna culturale il “Parolario”, non per parlare delle intercettazioni né per pubblicizzare i risultati ottenuti dal governo Berlusconi. Voleva solo presentare un’altra delle sue misteriose chicche bibliografiche, i diari segreti di Mussolini. Dell’Utri si è trovato di fronte duecento “arrabbiati” che non si sono limitati a contestarlo ma gli hanno impedito di parlare accusandolo di essere un mafioso. Il Senatore è sceso dal palco, si è infilato nell’auto ed è andato via senza proferire verbo.
“Avevamo dichiarato che secondo noi la presenza di Dell’Utri a Parolario non era opportuna – ha detto il capogruppo del Pd in consiglio Regionale, Luca Gaffuri – Credo che i cittadini comaschi abbiano dato un segnale in questo senso”. Per non dire di Antonio Di Pietro, che con il solito tatto ha aggiunto "Iniziamo a zittire quelli come dell’Utri in tutte le piazze d’Italia, perché non è lì che dovrebbero stare, ma in galera". E così è arrivata anche la benedizione politica nel censurare l’avversario che non mi piace e che quindi non deve neppure parlare, al massimo finire in manette. Ma come, ci chiediamo, per mesi i democratici hanno fatto le barricate in parlamento per sterilizzare la “legge-bavaglio” e adesso aizzano la folla quando vuol chiudere bovinamente la bocca a qualcuno? Evviva la libertà di parola.