Abbiamo tutte le ragioni di andare avanti con il progetto del PdL

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Abbiamo tutte le ragioni di andare avanti con il progetto del PdL

04 Settembre 2011

Come vanno le cose nell’Italia governata dal centrodestra? Il prodotto interno lordo del 2010 viaggia verso l’1,5% quello dell’anno prossimo tra l’1,5% e il 2%. Le nostre esportazioni hanno avuto una crescita a due cifre. La disoccupazione è all’8,4% e al di sotto della media Ue che è al 9,6%. Ci sono indicatori positivi in campo economico, nonostante una pesante crisi che colpisce tutto il mondo. È stata approvata la riforma della pubblica amministrazione, introducendo meccanismi di modernizzazione. È stata avviata la riforma del federalismo fiscale, con i decreti di attuazione che riguardano non soltanto le aspirazioni del Nord ma i diritti di tutta Italia e anche le norme su Roma Capitale, svolta storica.

È stata introdotta la cedolare secca sugli affitti attraverso norme sul federalismo fiscale, dando sia ai Comuni che agli affittuari che ai proprietari di casa risposte confortanti e convenienti. Abbiamo realizzato la riforma del bilancio pubblico, che riduce la possibilità di assalti alla diligenza e garantisce maggiore precisione e trasparenza dei conti dello Stato. Abbiamo approvato la riforma dei servizi pubblici locali di cui si parla poco ma che rappresenta una autentica rivoluzione. Non si privatizza l’acqua che resta pubblica, ma si consente una gestione più moderna ed efficiente di tutti i servizi pubblici locali rompendo monopoli che hanno fatto male all’economia e non hanno creato nessun vantaggio per gli utenti. Abbiamo attuato riforme molto importanti per la Giustizia, cominciando da quella civile in vigore dal 2009. Sono state varati il piano carceri e varato un pacchetto di norme anticrimine e antimafia poderosissimo, che non ha precedenti. Sono stati arrestati in media 8 mafiosi al giorno ed assicurati alla giustizia 26 dei più pericolosi latitanti della lista dei 30 presenti nel 2008 al momento dell’insediamento del governo e 54 della lista dei 100.

Abbiamo rafforzato il carcere duro e creato il Fondo Unico Giustizia, per dare alle forze dell’ordine e alla Magistratura le risorse provenienti da sequestri e confische dei patrimoni della criminalità. Abbiamo varato la riforma delle pensioni con l’adeguamento alle aspettative di vita, le ultime norme in materia erano contenute nella manovra economica del Governo del luglio 2010 per fronteggiare la crisi. Abbiamo realizzato questa riforma all’insegna di una forte coesione sociale ed anche questa coesione è un altro risultato eccellente del centro-destra. Le principali forze sindacali Cisl, Uil, Ugl ed altre si confrontano positivamente con il Governo e hanno raggiunto intese storiche.

Restano alcune posizioni di opposizione politica dei sindacati minoritari, sconfessate dagli stessi operai, come è successo con il referendum di Pomigliano e come è successo a Melfi, dove è stata bocciata la richiesta di assemblea della Fiom dalla netta maggioranza dei rappresentanti sindacali. Le due grandi “P”, Pomigliano e riforma delle Pensioni hanno segnato l’estate italiana, ma queste due importantissime vicende del referendum della fabbrica campana e della riforma del sistema previdenziale sono state oscurate da sterili e irrilevanti polemiche. È stata avviata la riforma della scuola con provvedimenti “storici” e in prima lettura al Senato è stata approvata la riforma dell’Università.

E di fronte a questi fatti qualcuno invece si mette a strologare di riforma elettorale come se fosse questa la cosa che interessa agli Italiani. La legge elettorale vigente ha dato una chiara maggioranza quando uno schieramento ha preso più voti di un altro e non ha dato una maggioranza quando il centro-sinistra di Prodi prese meno voti del centro-destra al Senato e pareggiò alla Camera dei Deputati, con una differenza di poche migliaia di voti, peraltro mai definitivamente accertata su milioni di elettori.

Le grandi riforme liberali sono in progressiva attuazione, mentre i guardiani del passato sono coloro che hanno fatto crescere il debito pubblico a dismisura, zavorrando la nostra economia e costringendo le generazioni future a pagare ogni anno una montagna di interessi su un debito che impedisce talvolta la crescita e limita la libertà dello Stato e quindi dei cittadini. Numerosi interventi di semplificazione hanno accompagnato tutto questo grande disegno di innovazione. Bisogna proseguire con altre riforme.

In due anni di Governo siamo riusciti a realizzare un grande miracolo con un grandissimo consenso. Ricordiamo gli interventi a favore delle famiglie, numerosi bonus, la carta degli acquisti, il piano casa che le burocrazie locali cercano di ostacolare ma che dovrà trovare un suo adeguato sviluppo. Sono state varate numerose misure per chi è in difficoltà nel mondo del lavoro e sono state messe a disposizioni ingenti risorse per affrontare le crisi aziendali con la cassa integrazione ed altri interventi a favore dei lavoratori delle aziende a rischio. È stato rilanciato l’apprendistato e sono state introdotte nuove regole nel mondo del lavoro per garantire maggiore trasparenza e maggiore tutela dei diritti.

Sono state stabilizzate le situazioni del credito e la verifica sulle banche italiane si è conclusa con esiti eccellenti, mentre perfino in Germania, oltre che in Spagna e altrove delle banche sono state bocciate. E nei momenti di fibrillazione dei mercati internazionali tutti i risparmiatori sono stati garantiti, dando certezza alle famiglie. Abbiamo garantito la stabilità del sistema del risparmio con garanzie del Governo e con la garanzia dello Stato sui risparmi depositati sui conti correnti. Abbiamo affidato alle Prefetture possibilità di controllo nei confronti delle banche che non erogano in maniera corretta il credito.

Sono stati raggiunti risultati stupefacenti nel campo della lotta all’evasione fiscale. Con lo scudo fiscale sono emersi circa 110 miliardi di euro con incassi notevoli per lo Stato e con la possibilità che questi incassi, una volta emerse le risorse, si rinnovino anno dopo anno. È stata condotta un’azione di contrasto nei paradisi fiscali, sono stati introdotti controlli contro i falsi invalidi e nel 2009 sono stati recuperati 9 miliardi di euro con l’azione di contrasto all’evasione fiscale.

È stata affrontata la crisi dell’Alitalia evitando il fallimento della compagnia di bandiera e coinvolgendo un’ampia squadra di imprenditori privati. È stata affrontata l’emergenza dei rifiuti in Campania di fronte alla quale aveva fallito Bassolino e numerosi Governi di sinistra. È stata restituita in tempi record una casa a decine di migliaia di persone in Abruzzo, dopo il terremoto con interventi che non c’erano mai stati in occasione di drammi simili che avevano colpito nel passato l’Italia. È stato sbloccato lo sviluppo dell’energia nucleare approvando norme e facendo scelte programmatiche chiare e coraggiose. Sono stati definiti i nuovi metodi d’intervento per le politiche sociali e del Welfare e il Governo ha scritto l’agenda bioetica perché prima di tutto viene la tutela della vita: Primum vivere.

Sono stati presentati piani per la cultura e la valorizzazione dei talenti. Le grandi opere sono state rilanciate con stanziamenti di numerosi miliardi ed è stato varato un piano per il Sud che punta a spendere finalmente soldi da tempo stanziati e mai utilizzati. Il consenso ci ha premiato alle elezioni non solo politiche del 2008 ma in tutte le elezioni amministrative successive. E noi di fronte a tutto ciò facciamo prevalere liti e beghe minori assolutamente incomprensibili? Nel 2008 il centrodestra governava 4 regioni. Con le elezioni regionali del 2008, 2009 e 2010 le regioni sono salite a 11. Dal 2008 ad oggi si è votato in 66 province: di queste solo 10 erano amministrate dal centrodestra. Oggi il centrodestra amministra 38 province.

Per quanto riguarda la politica internazionale, mantenendo un saldo ancoraggio alla realtà occidentale, il Governo Berlusconi ha favorito il dialogo con la Russia, fondamentale per i nostri approvvigionamenti energetici, e ha stabilito un ponte con la Libia, fondamentale sia per l’energia che per il blocco degli sbarchi dei clandestini. Mentre fallisce il tentativo di Gheddafi di fare propaganda all’Islam (tre convertiti a pagamento sono un magro risultato che dimostra la vittoria dei valori occidentali e cristiani su un Islam che non riesce a penetrare in Italia), c’è stato il blocco degli arrivi di immigrati a Lampedusa e in Sicilia. Sono stati ridotti del 90% gli arrivi sulle nostre coste. Un risultato eccellente. Entrano meno predicatori del fondamentalismo: sotto questo profilo c’é la vittoria della nostra identità e dei nostri valori, anche religiosi.

Successi nella politica internazionale con l’avvicinamento tra Stati Uniti e Russia promosso nel corso degli anni dal Presidente Berlusconi. C’è stata la mediazione fondamentale tra la Russia e la Georgia, la moratoria del pacchetto clima in Europa. Un’azione coerente e costante per la difficile ricerca della pace in Medio Oriente e anche in occasione della crisi economica mondiale fondamentale è stato il ruolo dell’Italia che nel frattempo ha continuato a partecipare a numerose ed importanti missioni di pace.

Quindi per tutte queste ragioni che abbiamo elencato la risposta alla domanda “Il Pdl ha ancora un senso?” è senz’altro positiva. Un anno dopo le nostre riflessioni della Summer School del 2009, quando già si manifestavano discussioni, divergenze, sindromi da politicamente corretto all’interno del Pdl (si veda la lettera che avevo scritto lo scorso anno indirizzata ai partecipanti al corso), ci sono tutte le ragioni per andare avanti in questo progetto.

Il bipolarismo, il rispetto della sovranità popolare, una democrazia che rappresenti veramente i cittadini e riduca la frammentazione autoreferenziale del sistema dei partiti, restano delle priorità. Il programma politico del Pdl lo abbiamo già illustrato, anche definendo i noti 5 punti su federalismo fiscale, fisco, Mezzogiorno, giustizia e sicurezza. Quello deve essere il nostro impegno. Senza sindromi da accerchiamento e senza subalternità psicologica, quando si denuncia in questo contesto l’aggressione politico-giudiziaria a Berlusconi che rappresenta dal ’94 il costante tentativo della sinistra di ottenere per via giudiziaria quel successo nei confronti di Berlusconi che il più delle volte non è riuscita ad ottenere nelle urne. Accanto al programma politico, delineato, è necessario realizzare un progetto culturale legato all’identità nazionale.

Alla grande storia italiana. A quella dei 150 anni dell’Unità, che celebriamo in questi tempi, ma anche in riferimento ai secoli e secoli che hanno fatto dell’Italia ciò che è. I suoi centri storici, le sue cattedrali, i suoi artisti, i suoi poeti. Non è retorica, ma è la consapevolezza di ciò che siamo e di ciò che rappresentiamonel mondo. Una qualità di cultura e di identità che nemmeno il conformismo imposto dalla sinistra è riuscito a mortificare o a cancellare.

Ed accanto al programma politico e quello culturale c’è l’obiettivo di formare una classe dirigente. Per il nostro partito ma anche per il paese. E come strategia politica ci deve essere quella di ampliare e consolidare l’unità del fronte moderato di centro-destra. Non soltanto con l’unità ed il rafforzamento del Pdl, il suo radicamento sul territorio, la sua sempre più capillare azione, partecipata e scandita da congressi sul territorio ed a tutti i livelli, ma anche nel rafforzato impegno di collaborazione con la Lega. E con l’obiettivo di estendere ad altri, in particolare quelli dell’area cattolica, la collaborazione. Il confronto con l’Udc non va consumato sulle esigenza della quotidianità, ma va sviluppato guardando alla famiglia, alla difesa della vita, all’agenda bioetica, a tanti temi che ci uniscono nell’impegno italiano e del Partito popolare europeo.

La sinistra è in minoranza. La sinistra è negatività, la sinistra è livore e rabbia. Soltanto la mancanza di lungimiranza della destra e del centro-destra potrebbero riportarla al governo. Non vogliamo, non possiamo, non dobbiamo. Ecco perché un anno dopo, ancora più convinti di prima, siamo pronti ad affrontare nuove prove per procedere nel nostro cammino al servizio dell’Italia.