Abbraccia un cinese, insulta un inglese

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Abbraccia un cinese, insulta un inglese

21 Dicembre 2020

Ciò che non è accaduto a Napoli dopo le fiaccolate in onore di Diego Armando Maradona, rischia di succedere a Roma per gli assembramenti sotto l’ambasciata britannica. Nonostante il dispiegamento di forze, così massiccio da far impallidire quello schierato per impedire i cenoni di Natale, sarà difficile evitare un contagio di massa dopo le imponenti manifestazioni promosse dai comitati anti-razzismo a difesa degli inglesi per le etichette ingiuriose affibbiate loro in questi giorni. Per non parlare dei danni al colesterolo che si prevedono a causa della campagna “mangia un fish&chips”.

Sui giornaloni non si parla d’altro, e in tv stanno già organizzando le maratone per la fratellanza fra i popoli. Della Brexit ce ne freghiamo, anzi extracomunitari ci piacciono pure di più. E l’eco delle iniziative di solidarietà è stato così assordante che perfino il Capo dello Stato si è sentito in dovere di sostituire il tradizionale discorso di fine anno con una visita, trasmessa a reti unificate, alla comunità britannica della Capitale, con collegamento skype di Boris Johnson. Un gesto altamente significativo per ribadire che il nostro Paese non porta rancore, e che se anche quei puzzoni degli inglesi hanno deciso di appestarci tutti, noi siamo una Repubblica democratica antifascista ed espressioni offensive non le tolleriamo. Da noi “virus inglese” non si dice, innanzi tutto perché è razzista, e poi perché vai a sapere se la variante l’hanno davvero sviluppata loro o, come già successo con la Cina, gratta gratta si scopre che gliel’abbiamo attaccata noi.

Fine della barzelletta. Lungi dal farci due risate, tuttavia, se fossimo nella perfida Albione un pochetto ce la legheremmo al dito. Perché quelli degli aperitivi solidali (con Covid annesso), quelli dell’abbraccia un cinese, quelli del mangia un involtino primavera, quelli che gli aerei da Pechino non si fermano perché il male non si combatte costruendo muri, improvvisamente sono diventati parecchio schizzinosi. Come se gli inglesi non fossero quanto noi vittime quantomeno delle omissioni del regime rosso che ha messo in ginocchio l’Occidente e si prepara ad acquistarlo al discount. Come se le delicatezze riservate al gigante che ci ha appestato non fossero adeguate a un popolo che ha osato addirittura votare la Brexit e mettersi a capo uno con quei capelli lì.

Dai, facciamola finita. Prendiamocela con Albione, tanto s’è già capito che per metà è colpa sua e per metà resta colpa delle nostre vacanze estive. Barrichiamoci in casa e buoni involtini primavera a tutti.