Aborto, parlamento Ue: grave ripristino norma “global gag”
15 Marzo 2017
Il dibattito, svoltosi ieri pomeriggio nell’emiciclo di Strasburgo, sul ripristino da parte del Presidente americano Trump della norma “global gag”, che obbliga le Ong straniere finanziate dagli Stati Uniti a certificare che non eseguano e non promuovano l’aborto, si è trasformato in un muro contro muro tra forze politiche pro o contro l’interruzione della gravidanza. Al dibattito ha preso parte Christos Stylianides, commissario per gli aiuti umanitari. Da una parte, pertanto, ci sono, e sono solide, le posizioni di chi, contrario all’aborto, ritiene che il provvedimento di Trump sia opportuno e utile, indicando all’Ue la medesima strada da intraprendere.
Il polacco Branislav Škripik (ECR, SK) ha dichiarato che i politici dell’UE dovrebbero rispettare la decisione di Donald Trump basata su motivi quali “il rispetto della vita, della nascita, della dignità della vita e di coloro che non sono ancora nati. (…) Affermando, inoltre, che “l’aborto non può essere chiamato ‘assistenza sanitaria di base’. Noi non sosterremo la volontà della Commissione di spendere milioni per esportare questa barbarie nelle nazioni in via di sviluppo”.
“L’agenda dei cosiddetti partiti populisti non riguarda solo il nazionalismo, l’anti-UE o la sovranità nazionale. Riguarda molto anche sessismo e misoginia, contro i diritti delle donne”, ha dichiarato Sophia in’ t Veld (ALDE, NL). “L’UE non deve solo accettare gli standard imposti dai Paesi terzi, ma impostare le norme (…) e colmare il gap finanziario”, ha aggiunto.
Malin Björk (GUE/NGL, SE) ha sottolineato che il presidente degli Stati Uniti aveva vietato virtualmente tutto il supporto necessario alla salute riproduttiva delle donne. Il Parlamento ha agito votando i requisiti per l’incremento dei finanziamenti UE. “Dobbiamo condannare in maniera chiara la norma global gag degli Stati Uniti, affrontare la battaglia nelle sedi internazionali e impegnare più fondi”, ha concluso.
Terry Reintke (Verdi/ALE, DE) ha dichiarato che “stiamo parlando di vita e del benessere di milioni di donne in tutto il mondo, (…) di pianificazione familiare e di educazione sessuale. Circa 600 milioni di dollari potrebbero essere persi. Chiediamo alla Commissione di aumentare i finanziamenti UE”. “L’UE non ha competenze in questo settore. L’aborto è un crimine”, ha affermato Beatrix von Storch (EFDD, DE). “Smettiamola di voler finanziare queste cose per le quali non abbiamo alcuna competenza. Preoccupiamoci della tutela della vita piuttosto che della sua fine”, ha aggiunto. Marie-Christine Arnautu (ENF, FR) è dell’idea che qualsiasi pretesto sarebbe stato utile a quest’Aula per attaccare il nuovo Presidente americano, aggiungendo che spetta al governo degli Stati Uniti la decisione sui propri criteri di finanziamento delle ONG.