Aborto, se l’Alabama va contro lo “spirito dei tempi”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Aborto, se l’Alabama va contro lo “spirito dei tempi”

15 Maggio 2019

In questo momento i riflettori di tutti gli organi di stampa internazionale sono puntati sullo stato dell’Alabama, dove è stata presa una decisione della massima rilevanza, poiché ieri un voto del Senato dello stato del Sud ha messo fuori legge la pratica dell’aborto senza eccezioni possibili, fuorché quella del grave rischio sanitario per la madre. La legislazione sull’interruzione di gravidanza appena approvata dallo stato in questione risulta la più severa fra quelle di tutti Gli Stati Uniti nel perseguire penalmente i medici che ricorrano all’intervento abortivo, poiché si prevedono pene fino a 99 anni di carcerazione e poiché non ne viene ammesso l’utilizzo nemmeno in caso di stupro o incesto. Adesso la palla passa al Governatore dello stato Key Ivey, la quale dovrà apporre la sua firma sulla delibera, passaggio istituzionale a seguito del quale questa diverrà legge. Come era facilmente prevedibile, dinanzi a questa vicenda si è prodotto un brusco polarizzarsi delle opinioni, saldamente divise fra fronte Repubblicano e fronte Democratico, all’interno del quale si registrano uscite come quella del Senatore (dell’Alabama) Bobby Singleton, che parla di “criminalizzazione dei medici” e di tentativo “ di dire alle donne cosa fare con il loro corpo”.

La delibera dell’assemblea parlamentare dell’Alabama appare quindi in totale controtendenza con “lo spirito dei tempi”, dopo che il 2018 si era concluso con la ratifica del Parlamento Irlandese del risultato referendario che, pur limitatamente al verificarsi di specifiche condizioni, aveva approvato l’introduzione della detta pratica nell’ordinamento del paese, sebbene questa nazione rappresentasse nell’Europa Occidentale l’ultimo baluardo del pensiero conservatore incline a opporsi alla sua legalizzazione. In questo modo viene ribaltata la celebre sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti “Roe vs Wade” del 1973, nella quale si stabiliva la legalità de facto dell’interruzione di gravidanza. Per questo è evidente che un evento di tale portata infonda indubbiamente fiducia in chi si spende per sensibilizzare sulla complessità del problema legato alla soppressione della vita e di conseguenza ipotizzi una discussione su una revisione dell’istituto in esame. Questo evento ci restituisce pertanto un’immagine del paese più avanzato al mondo ben diversa da quella canonica e fa sì che dinanzi al tema della vita non ci si possa certo limitare a denunciare le discussioni su questa materia come vaniloqui illiberali di retrogradi iper-tradizionalisti, che siano concepibili solo in paesi retrivi e affetti da un deficit di sviluppo sociale e democratico, ma si debba ammettere che si tratta di una vicenda ben più delicata e complessa. Infatti la posizione anti-abortista è stata per decenni un’istanza della stragrande maggioranza delle anime del Partito Repubblicano e ciò che è accaduto ieri non può essere certo considerato come un fulmine a ciel sereno.