Abruzzo. Chiodi in vantaggio nonostante il forte astensionismo

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Abruzzo. Chiodi in vantaggio nonostante il forte astensionismo

15 Dicembre 2008

L’affluenza alle urne a chiusura dei seggi per le elezioni regionali si attesta in Abruzzo al 52,69% contro il 67,64% del 2005. È questo il primo segnale, tra l’altro già annunciato ieri sera, che emerge dal voto in Abruzzo.

Commentando questa prima indicazione di voto il senatore Alfonso Mascitelli segretario regionale dell’ Italia dei valori ha detto che "da questa indicazione emerge un segnale forte per la politica abruzzese che ha il dovere, indipendentemente da chi sarà il vincitore, di lavorare per recuperare la fiducia della gente perchè ci sono appuntamento per l’Abruzzo che richiedono una partecipazione ampia e condivisa".

Anche il senatore Paolo Tancredi (Pdl) si dice sorpreso dall’elevato astensionismo. Conversando con alcuni giornalisti sui dati della partecipazione degli abruzzesi al voto, ha detto che "questo dato mette paura a chi fa politica e va al di là di ogni previsione". E ha aggiunto: "Probabilmente la sfiducia nella politica e nelle istituzioni sono la motivazione forte di questo fenomeno.

"Ci sono altri fattori come il periodo sbagliato del voto, le recenti vicende che hanno caratterizzato la politica abruzzese". "Al nuovo consiglio regionale – ha concluso Tancredi – spetta il compito di lavorare con determinazione per recuperare soprattutto la fiducia della gente".

Non sono ancora stati resi noti i risultati ufficiali ma, secondo una proiezione dell’emittente regionale abruzzese Rete 8 che ha elaborato i dati su un campione di 100 sezioni su 1.625, il candidato presidente del Pdl Gianni Chiodi sarebbe in vantaggio rispetto al candidato del centrosinistra Carlo Costantini (Pd-Idv).

Chiodi si sarebbe attestato al 48,75% mentre Costantini al 42,1%. Sempre secondo questa proiezione il margine di errore è del 4%. Le altre indicazioni parlano di Rodolfo De Laurentis (Udc) al 5,25%, Teodoro Bontempo (La Destra) al 2,50%, Ilaria Del Biondo (Pcl) 1%, Angelo Di Prospero (Per il bene comune) 0,50%.

Il clima in Abruzzo non annuncia un confronto pacato. Nelle prime ore del pomeriggio di oggi, infatti, le polemiche si sono concentrate sulla questione dell’esposizione mediatica dei partiti. Le accuse provengono dal portavoce del Pd Andrea Orlando, che rimprovera al governo di "voler imporre mediaticamente, e non solo, l’idea di un bipolarismo Pdl contro Di Pietro".

Questa volta, però, il bersaglio è il conduttore del programma "Porta a Porta", Bruno Vespa colpevole di "aver messo in piedi una trasmissione per commentare i risultati elettorali dell’Abruzzo, escludendo dagli ospiti in studio il Pd". "È la strategia che la destra usò con Bertinotti", assicura Orlando sostenendo che si tratterebbe del "vecchio vizio di farsi un’opposizione come vogliono loro, cercando di nascondere il Partito Democratico, perchè sanno bene che l’opposizione vera è quella del Pd".

E’ arrivata presto la reazione della redazione del programma che in una nota ha replicato: "Non è stata ‘Porta a portà a scegliere il candidato di Italia dei valori come rappresentante dell’ intero centrosinistra alle elezioni abruzzesi. È perciò sorprendente la protesta del Partito democratico per la nostra scelta di fare stasera un confronto a due tra Antonio Di Pietro, uomo chiave delle elezioni d’abruzzo e Ignazio La Russa, esponente autorevole del Pdl, reggente di Alleanza Nazionale e ministro della Difesa".

Nella nota si legge ancora una puntualizzazione: "Invitare in studio un esponente del Pd avrebbe significato invitare anche esponenti di altri partiti e questo avrebbe snaturato la fisionomia della trasmissione. Per ascoltare in ogni caso la voce del Pd, abbiamo offerto interviste o collegamenti diretti, ma la nostra proposta – accettata dall’Udc – è stata rifiutata dal Pd che ha considerato inaccettabile la presenza del solo Di Pietro in studio".