Abruzzo Engineering, quel moscerino nell’occhio del PD
03 Febbraio 2013
C’è un moscerino nell’occhio del Pd abruzzese. Un granello fastidioso nello sguardo sicuro di Stefania Pezzopane, capolista del Pd al Senato, già assessore all’Aquila e vicepresidente della Provincia dal 2004 al 2010. Il moscerino si chiama "Abruzzo Engineering" (AE), società nata nel 2006 per volontà dell’allora Presidente della Regione Ottaviano Del Turco, lo stesso Del Turco che negli ultimi giorni si è difeso in Tribunale a Pescara dalle accuse sulla “Sanitopoli” che qualche anno fa lo costrinsero alle dimissioni portando alla fine della giunta di centrosinistra.
Tra il 2006 e il 2007, Del Turco elabora il progetto AE avendo come interlocutore l’allora presidente di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini. Ci sono i vertici del Pd abruzzese nell’inverno del 2007 all’Aquila, alla presentazione del piano industriale della società. Del Turco annuncia un ambizioso programma per colmare il “digital divide” dell’Abruzzo, creando un fulcro dell’innovazione e della ricerca scientifica in Regione. "L’Abruzzo che vi presentiamo oggi – dice – è in grado di fornire servizi, viaggiare sulla banda larga e puntare dritto allo sviluppo economico del territorio". Stefania Pezzopane è presente nelle vesti di Presidente della provincia dell’Aquila.
La Regione controlla il 60 per cento di AE, la provincia dell’Aquila il 10, mentre il 30 per cento è in mano al socio privato Selex Service Management che fa riferimento a Finmeccanica. Guarguaglini approva il piano industriale d’accordo con l’ad di Abruzzo Engineering, Lamberto Quarta. Anche Quarta oggi aspetta la sentenza sulla "Sanitopoli". Guarguaglini, indagato dalla Procura di Roma su un altra Selex, Sistemi Integrati (sua moglie ha patteggiato), si è dimesso nel 2011 da Finmeccanica.
Nel 2007 il Pd abruzzese sta vivendo la sua fase costituente, Walter Veltroni ha lanciato il sindaco dell’Aquila Cialente e si spende in campagna elettorale per Del Turco e Pezzopane. Abruzzo Engineering sembra partire con il vento in poppa verso la programmazione di “Europa 2013”. Il problema è che la “banda larga” è un progetto ambizioso quanto costoso che presuppone competenze specializzate. L’azienda assume personale, qualcuno dice qualificato altri no, qualcuno dice riassorbendo in parte il capitale umano messo in mobilità dalla progenitrice “Collabora Engineering” dalle cui ceneri è risorta la creatura cara al Pd, altri smentiscono che ci sia stata una continuità.
Dopo il 2002 della crisi di Collabora Engineering (ex "Collabora", ex "Sviluppo Lavoro"…) si era occupato l’ex governatore aennino Giovanni Pace, anche lui lambito ma poi assolto dalla "Sanitopoli". Pace aveva cercato delle soluzioni alla stabilizzazione dell’azienda, sull’orlo del dissesto, affindandole dei lavori. Il management non si era dimostra all’altezza e all’acquisizione ci aveva pensato la Provincia dell’Aquila. E’ la preistoria di AE, sempre nel solco dell’intervento pubblico.
La questione è che adesso Abruzzo Engineering ha bisogno di grosse commesse. Obiettivo è pur sempre l’Europa. Avvengono tre fatti imprevisti che però sbarrano la strada all’ambizioso progetto di modernizzazione del Pd. Il primo è la già citata “Sanitopoli” che nel 2008 costringe Del Turco alle dimissioni e affloscia la costituente veltroniana in Abruzzo. Il secondo è la vittoria di Gianni Chiodi e del Pdl alle elezioni del dicembre successivo. Il terzo è il terremoto che colpisce l’Aquila e il tormentato periodo della ricostruzione.
Dopo il terremoto, siamo nel settembre del 2010, Chiodi spara a zero sulla creatura di Del Turco lasciata in eredità da Pace. Il nuovo presidente della Regione ha già incontrato sulla propria strada “Collabora Engineering” quando era sindaco di Teramo e sul web qualcuno gli rimprovera di non aver stigmatizzato in tempo le storture di questo interventismo dell’amministrazione pubblica in economia. Fatto sta che Chiodi non usa giri di parole: “Abruzzo Engineering è nata molto male, con finalità assistenziali per riassorbire lavoratori socialmente utili. Si è trasformata in una struttura funzionale alla politica, alimentata da fondi pubblici, che ha continuato ad assumere dipendenti, ma senza finalità”. Questa società, prosegue il presidente della Regione, “è una operazione politica riuscita perché coinvolge tutti, destra e sinistra, favorendo clientele e consenso, con fatture a carico degli abruzzesi: i sindacati, la politica, i partiti e le strutture burocratiche degli enti pubblici hanno alimentato questo sistema”.
Il presidente vuole una commissione di inchiesta su AE che nel frattempo è rimasta coinvolta anche nei casi di presunta corruzione duranta il periodo della ricostruzione, che portano all’arresto dell’assessore pidiellino Ezio Stati e alle dimissioni della figlia, Daniela Stati, consigliere regionale del Pdl, la stessa delle intercettazioni con Bertolaso. Il 30 gennaio scorso è stata chiesta l’archiviazione del procedimento giudiziario che riguarda Bertolaso e la Stati, che si è avvicinata a Fli. Il processo alla famiglia Stati è ripartito da zero ad Avezzano nel marzo del 2012, dopo la presa d’atto della incompetenza territoriale. L’ex assessore Stati non ha nascosto di aver voluto tutelare, "in estrema buona fede, perché erano queste le direttive della Giunta regionale" il personale di AE.
Ma torniamo al 2010. Dopo l’affondo di Chiodi Abruzzo Engineering resterà la società “in house” della Regione? Chiodi preferisce metterla in liquidazione. Iniziano le traversie per circa duecento lavoratori e le loro famiglie, la paura di perdere il lavoro, la cassa integrazione. Ed è qui che rientra in scena Stefania Pezzopane, chiedendo chiarimenti al presidente della Regione sui motivi della liquidazione, spiegando che è stata la provincia dell’Aquila a salvare i posti di lavoro in bilico. C’è anche il sindaco Cialente a difendere la professionalità di chi lavora per AE. Presto Pezzopane verrà riconfermata assessore all’Aquila.
Finalmente nel marzo del 2011 Pezzopane sembra ottimista. Abruzzo Engineering si era rivolta al Tar accusando la Regione di emarginarla nella scelta per le commesse, che Chiodi mette a bando quando dovrebbe darle alla sua società in house. Il Tar dà ragione all’azienda. “La sentenza del Tar ribadisce la natura ‘in house’ di Abruzzo Engineering,” è il commento di Pezzopane, “ e costituisce l’ennesima brutta figura del presidente Gianni Chiodi e del centrodestra alla guida della Regione”. Ancora: “Abruzzo Engineering esce da questa storia a testa alta e legittimata ulteriormente a proseguire il suo cammino”. “Il comune dell’Aquila ha assorbito 100 lavoratori della società”.
Ma il vero colpo di scena deve arrivare. Sembrava fatta, AE pronta per spiccare il balzo in Europa, quando è proprio dall’Europa che arriva lo stop definitivo. Se c’è una cosa alla quale bisogna prestare la massima attenzione quando ci si avventura nell’irto percorso dei fondi Por-Fesr europei è la rendicontazione. Gli euroburocrati sono particolarmente rigidi nel verificare le procedure amministrative e bloccano i fondi ad Abruzzo Engineering.
I fondi stanziati in precedenza sarebbero serviti sostanzialmente per mantenere in piedi la struttura. Di questo il socio privato, Selex, chiederà conto, arrivando a un’azione giudiziaria di risarcimento contro Chiodi, 29 milioni di euro. Ma il management di Selex poteva essere completamente all’oscuro della gestione? Oggi il sito internet dell’azienda che doveva colmare il ritardo tecnologico dell’Abruzzo è fermo al web uno punto zero. Scorrendo l’ultimo rapporto Telecom sull’agenda digitale in Italia, l’Abruzzo non spicca tra le regioni di testa, anche se qualche passo avanti su scuola e sanità è stato fatto. Chiodi ha chiesto e ottenuto che i fondi europei destinati ad AE vengano spostati su attività come la difesa del suolo, la prevenzione sismica, i contributi alle imprese più colpite dal terremoto.
Sembra l’epilogo. I sindacati fanno quadrato intorno ai lavoratori che continuano a sostenere in buona fede di essere professionalmente adeguati a gestire la ricostruzione. Ancora lo scorso novembre il piddino Pierpaolo Petrucci affermava: “Abruzzo Engineering potrebbe essere il fiore all’occhiello della Regione Abruzzo e spiace che il Presidente Chiodi ne parli in termini così spregiativi, spero che possa rendersi conto delle grandissime professionalità che racchiude e trarne le conseguenze”. D’altra parte lo stesso Presidente della provincia dell’Aquila, Del Corvo, Pdl, ha chiesto un voto alla sua giunta, passato all’unanimità, per risolvere la questione dei dipendenti e collaboratori di AE.
Del sogno tecnologico bocciato dall’Europa restano le competenze primordiali a servizio della Protezione Civile, ma la (attesa) sentenza relativa all’inchiesta del 2010 sugli incarichi affidati all’azienda blocca tutto. L’esito della liquidazione e l’eventuale rilancio appaiono a dir poco problematici. Rispetto alle magnifiche sorti e progressive di sei anni fa il risultato lascia a desiderare. Stefania Pezzopane chiede ancora al presidente Chiodi di tutelare i lavoratori di AE ma il corto circuito politico-economico generato da un ciclo assolutamente negativo come quello innescato dal terremoto e complicato dalla crisi economica e dal lato oscuro della ricostruzione ha reso il "sistema engineering" inaffidabile agli occhi della Ue. Vale la pena insistere? Se stropicciato, il moscerino nell’occhio della sinistra abruzzese potrebbe bruciare.