Abruzzo, in Senato interpellanza su restituzione tasse terremoto L’Aquila
31 Marzo 2018
di Carlo Mascio
Un’interpellanza parlamentare per chiedere al governo di “attivarsi con la massima urgenza, sollecitudine e risolutezza” in Europa per “riaprire le negoziazioni sulla procedura d’infrazione” relativa alla sospensione dei tributi dopo il terremoto dell’Aquila del 2009; “far applicare in modo coerente la normativa sul caso di specie”; “assicurare l’applicazione delle condizioni del regime de minimis e della franchigia nell’ambito della disciplina del Temporary Framework“, in tempo utile rispetto “ai termini molto stringenti imposti dal decreto di nomina del commissario esecutivo”. E’ l’iniziativa assunta dai senatori eletti in Abruzzo Gaetano Quagliariello (Idea), Alberto Bagnai (Lega) e Nazario Pagano (Forza Italia), e sottoposta all’attenzione “bipartisan” di tutti gli altri parlamentari eletti nel medesimo territorio, per la loro adesione.
Obiettivo: sollecitare una “corsa contro il tempo” che accanto alle azioni intraprese dalle istituzioni comunali e regionali e dalle organizzazioni di categoria possa “scongiurare gli effetti disastrosi di una decisione iniqua, che metterebbero in ginocchio l’economia di un territorio già così duramente colpito”. Tema del contendere è ovviamente la procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea, che qualifica come “aiuti di Stato” le agevolazioni seguite al periodo di sospensione temporanea dal carico fiscale a causa di eventi calamitosi, e ne prescrive il recupero immediato.
Una decisione, quella della UE, che “non considera che i costi subìti da un territorio colpito da un sisma come quello del 2009 in Abruzzo – osservano Quagliariello, Bagnai e Pagano nell’interpellanza – non sono computabili soltanto in danni materiali, bensì anche in danni immateriali derivanti dal blocco di un’intera economia, degli apparati istituzionali locali e dal grave fenomeno di spopolamento conseguente alla distruzione di interi paesi e comunità ”. Le agevolazioni fiscali non implicherebbero dunque nessuna “alterazione della concorrenza”, ma solo “un risarcimento rispetto a un danno subìto, esso sì in grado di falsare e minacciare il mercato concorrenziale”. Di qui la richiesta al governo di “un intervento urgente” presso le istituzioni europee, ma anche di un atto immediato che possa “assicurare l’applicazione della soglia di irrilevanza dell’aiuto, il cosiddetto de minimis, secondo i parametri del Temporary Framework, vigente all’epoca del terremoto, e dunque considerando come soglia dell’ammontare massimo quella di 500mila euro”.