Abruzzo, la ricetta di “Rete Imprese” per tagliare le tasse e dare credito alle aziende
27 Gennaio 2013
Oggi è un giorno importante per la piccola e media imprenditoria e per le associazioni di categoria che in Abruzzo come in tutta Italia si mobilitano in cerca di risposte su questioni centrali per il rilancio economico della regione, in materia fiscale, credito e burocrazia.
Rete Imprese Italia, il network che riunisce oltre 2 milioni e mezzo di piccole aziende, con le associazioni Confartigianato, Cna, Confesercenti, Casartigiani, intende ridare centralità al tessuto imprenditoriale abruzzese, in un contesto critico come quello attuale, soprattutto nel territorio aquilano dove la crisi internazionale si somma alle difficoltà legate alla ricostruzione.
Il presidente di Rete Imprese Sangalli ha ricordato i dati da cui non si può prescindere: il reddito pro capite delle famiglie italiane è sceso al livello di 27 anni fa, la pressione fiscale per chi le tasse le paga è al 56 per cento, ogni anno la burocrazia richiede 120 adempimenti fiscali (uno ogni 3 giorni) e nell’ultimo anno il sistema creditizio ha ridotto di 32 miliardi di euro i finanziamenti alle imprese.
Vale per l’Italia come per l’Abruzzo, ma va fatta qualche considerazione. La prima è legata alla conferma dello stanziamento per la ricostruzione fatta dal Ministro Barca, alla quale devono seguire norme precise in grado di semplificare la burocrazia per le aziende che investono e per velocizzare i pagamenti di quelle che hanno già iniziato a farlo. Un volano che potrebbe irradiarsi dall’Aquila a tutte le altre province della Regione.
Un altro punto di forza è sicuramente l’indirizzo seguito fino ad ora in materia fiscale dalla giunta regionale guidata dal Pdl, il “miracolo”, come l’ha definito Panorama, del presidente Chiodi, tagli alle tasse e riduzione dei costi della macchina amministrativa (delle indennità di carica per gli amministratori, via i rimborsi per chi risiede fuori l’Aquila, sanzioni per chi si assenta senza giustificazione dal consiglio, disciplina del finanziamento ai partiti, accorpamento delle comunità montane e soppressione delle poltrone inutili negli enti locali).
Serve un percorso coerente per tagliare le unghie alle addizionali Irap e Irpef, per rilanciare i consumi, l’edilizia, e ridurre il costo del lavoro. Sono circa novantamila le imprese in grado di beneficiare della politica fiscale introdotta dal consiglio regionale e possono aumentare. Chiodi da dichiarato che “entro il 2016 saremo in grado di ridurre le addizionali fino al 60 per cento rispetto a quelle attualmente applicate”.
Il credito, infine. Non ci sarà un vero sviluppo finché il sistema bancario non darà agevolazioni finanziarie a chi ha il coraggio di investire. Le risorse possono arrivare anche dai Fas e dai fondi comunitari, strumenti finanziari importantissimi, se ben usati. Nel dicembre scorso, la UE ha dato via libera per la programmazione di “Europa 2020” legata alla macro-regione adriatica, un appuntamento al quale l’Abruzzo, le imprese locali, il mondo produttivo e del lavoro, non devono arrivare impreparati.