Abruzzo, mentre il Pdl si ricompatta il centro montiano scoppia
04 Febbraio 2013
Le cassandre sono state smentite e il Pdl abruzzese si riprende la scena, più coeso, sulla scia di quanto è riuscito a fare negli ultimi giorni a livello nazionale il presidente Berlusconi. Sono due gli appuntamenti che ieri hanno determinato il ricompattamento del popolo delle libertà, la convention di Teramo e l’evento di Celano, e la riflessione che si può fare a mente fredda dopo una domenica di passione è che in effetti la stampa aveva esagerato.
Il pdl abruzzese non dà affatto l’impressione di essere un partito a pezzi, se mai trasmette l’immagine di una classe dirigente pronta a raccogliere i risultati conseguiti per continuare a governare. Una vittoria per il senatore Filippo Piccone, grande mediatore nella operazione successiva alla bagarre scoppiata per la composizione delle liste.
Elettori e simpatizzanti del Pdl, ben presenti in carne ed ossa e numerosi, hanno ascoltato attentamente Gaetano Quagliariello, vicepresidente del gruppo Pdl al Senato che corre alla Camera Alta, dire che “i problemi del territorio vanno considerati ma vanno collocati all’interno di un orizzonte politico caratterizzato da una campagna elettorale per il governo del paese,” ha detto Quagliariello. “Altrimenti diventano localismi insopportabili e i cittadini sono i primi a capirlo”.
“Questa campagna è per il governo del paese, è evidente che gli equilibri tra i territori sono importanti ma quello che la gente vuole davvero è conoscere i programmi, le idee, per invertire le situazioni di declino e soprattutto l’impegno vero è battere i nostri avversari, la sinistra di Bersani e Vendola”.
Il programma, quindi, che Quagliariello esplicita parlando tra le altre cose di Europa. Europa non significa dover rinunciare alla propria sovranità nazionale ma imparare a cogliere le opportunità offerte, come la programmazione per Europa 2020, una sfida alla quale l’Abruzzo dovrà concorrere. Temi alti, questioni strategiche che uniscono centro e periferia e che investono lo sviluppo economico e sociale delle regioni italiane, ridimensionando, almeno per quanto è possibile in un momento di fibrillazione generale come può essere il voto, le passate incomprensioni nel partito a livello locale.
Lasciandoci tentare solo per un attimo dal gossip intrapidiellino, vanno segnalate alcune presenze e assenze. Oltre a Piccone e Quagliariello c’erano naturalmente il presidente della Regione Chiodi, fortemente critico verso Monti, e il senatore teramano Paolo Tancredi, che corre alla Camera, insieme agli altri candidati al parlamento, esponenti e militanti del partito.
Sancito il divorzio con la lista Rialzati Abruzzo di Carlo Masci, va sottolineata la presenza del presidente del Consiglio regionale Pagano, tentato nei giorni scorsi dal seguire Masci, ma che grazie alla mediazione svolta dal segretario del Pdl Alfano ha fatto prevalere “la razionalità” e ora spiega:“il Pdl è compatto come una squadra vincente”.
C’era anche, più defilato, Angelo di Paolo, che con altri esponenti del Pdl e dell’Udc ha dato vita all’intergruppo parlamentare “Presenza Popolare”. Non si è visto, invece, Gianfranco Giuliante, anche lui del gruppo Presenza Popolare, che non ha accettato la ricucitura di Piccone. Non era presente neppure il presidente della provincia Del Corvo.
Ironia della sorte, mentre il Pdl si ricompatta e punta deciso al risultato elettorale, pur ferito dagli strappi e dalle scissioni, il centro montiano e l’Udc stanno piombando in una resa dei conti rimasta fino adesso sotto traccia che potrebbe rivelarsi altrettanto ‘sanguinosa’. Solo che lo scontro interno al partito di Casini non è scoppiato due settimane fa, ma adesso, quando manca poco tempo alle urne. Forse è un vantaggio per il Pdl.