Abruzzo, Petrolio. Coro di no a “Ombrina Mare”, la piattaforma Medoil Gas
22 Febbraio 2013
di redazione
Di fronte alle coste abruzzesi, la multinazionale Medoil Gas, avuto il via libera dal decreto sviluppo, ha già iniziato la progettazione di una piattaforma petrolifera a 6 chilometri dalle coste della provincia di Chieti. Il nome, Ombrina, richiama alla mente una specie ittica dell’Adriatico.
Questi i numeri del progetto diffusi dal governo italiano: un investimento di 250 milioni di euro, 23 quelli già investiti, 200 posti di lavoro, 100 milioni di ricavo per il Porto di Ortona, royalties del 50 per cento per la Regione, 650 milioni di introiti fiscali.
Ma il vasto fronte della opposizione che quando si parla di opere strategiche unisce le comunità locali e i gruppi ambientalisti dice no e si prepara a dare battaglia. Secondo Gianluca Vacca, capolista alla Camera in Abruzzo per i 5 Stelle: “Ombrina mare è l’ennesima tragedia ambientale abruzzese”. Critici anche Sel, Vendola, Rivoluzione Civile.
Secondo il presidente della Regione Chiodi: “Siamo riusciti a preservare il nostro mare ma questa è stata una decisione del Governo Monti”. La sicurezza, soprattutto dopo la tragedia ambientale del Golfo del Messico, è certamente importante, anche se in America Obama non ha fermato le trivellazioni. La tutela del patrimonio ecologico e la difesa del turismo lo sono altrettanto.
Il problema è che davanti a queste necessità lo sviluppo energetico e gli investimenti economici vengono sempre messi all’ultimo posto. Ma questo non sembra interessare particolarmente a tutti coloro che un giorno sì e l’altro pure si lamentano della crisi e della disoccupazione.