Abruzzo, primo effetto G8: un aeroporto nuovo di zecca a L’Aquila

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Abruzzo, primo effetto G8: un aeroporto nuovo di zecca a L’Aquila

01 Luglio 2009

Un risultato a L’Aquila il G8 lo ha già portato. Ancora prima di cominciare. E’ quell’aeroporto di cui in Abruzzo si parla da anni ma che finora è rimasto solo un bel progetto nel cassetto. In tre mesi i lavori sono iniziati e completati, oggi il taglio del nastro col premier Silvio Berlusconi. E’ un segno tangibile della ricostruzione post-sisma, spiega il presidente della Regione Gianni Chiodi, alla quale "anche il vertice internazionale contribuisce in maniera sostanziale". C’è attesa in città per l’arrivo dei 39 capi di stato e delle decine di delegazioni che da mercoledì prossimo e per tre giorni, discuteranno del futuro del mondo in una città devastata dal terremoto che vuole rialzarsi, tornare a vivere. E le aspettative attorno a questo G8 si chiamano "nuove opportunità".

Presidente Chiodi, cosa porterà il G8 a L’Aquila?
Il vertice dei grandi della terra ha già prodotto moltissimo perchè ha portato all’attenzione internazionale una città e una regione che prima non erano così conosciute, contribuendo a tenere viva la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla tragedia che ci ha colpito.

Solo una vetrina internazionale?
Assolutamente no. Questo G8 può rappresentare per il futuro un formidabile strumento di marketing territoriale ma accanto a questo aspetto c’è la partecipazione diretta e significativa della comunità internazionale alla ricostruzione della città e in particolare del suo immenso e prezioso patrimonio artistico. Pensi che L’Aquila è la sesta città italiana con il maggior numero di opere d’arte, un patrimonio che va restaurato e restituito agli aquilani ma al tempo stesso diventa patrimonio dell’intera comunità internazionale. Non a caso ci saranno adozioni importanti da parte dei principali stati presenti al summit. Altro elemento significativo è che questo evento resterà negli annali della storia della città e segnerà quel ritorno a una vita nuova di cui c’è tanto bisogno.

In che modo?
Contribuendo a rafforzare un’identità che non è solo legata al passato ma rappresenta l’inizio di una rinascita. E questo è motivo di fierezza per gli aquilani, molto importante anche dal punto di vista psicologico, perchè la gente temeva il rischio che l’attenzione dei media col tempo potesse affievolirsi, invece l’intuizione straordinaria e poi la decisione del governo Berlusconi di spostare a L’Aquila il G8 ha fatto sì che sulla città si concentrasse l’attenzione del mondo con la conseguente disponibilità dei governi e dei vari ministeri per gli interventi necessari alla ricostruzione . Non solo: dopo l’annuncio del vertice internazionale nella nostra città, sono aumentate le donazioni e i gesti di solidarietà. Aspetto fondamentale anche perchè la solidarietà genera ottimismo e fiducia tra la popolazione, il miglior carburante per ogni progetto di sviluppo e per il raggiungimento degli obiettivi. C’è poi un altro aspetto non meno importante…

Quale?
La promozione turistica. A seguire i lavori del G8 ci saranno 4500 giornalisti provenienti da ogni parte del mondo che potranno conoscere la storia e le bellezze naturali della nostra terra. E avere una così imponente concentrazione di media è un’occasione unica e irripetibile. Per chi l’ha conosciuto in questi tre mesi, l’Abruzzo si è rivelato una sorpresa: questa infatti è la regione con la maggiore quantità di territorio naturale protetto a livello europeo, con paesaggi incontaminati, coste bellissime e le vette più alte degli Appennini. Il G8 sarà inoltre una importantissima occasione per far conoscere e apprezzare i nostri prodotti enogastronomici e la tradizione di un’agricoltura di qualità.

C’è una cosa a cui lei tiene particolarmente e che vorrebbe si realizzasse grazie a questo evento?
Mi piacerebbe che i leader degli Stati presenti a L’Aquila manifestassero la disponibilità a coinvolgere nella ricostruzione  le loro migliori eccellenze nel campo dell’architettura, dell’urbanistica, dell’economia.

Si spieghi meglio.
Sarebbe bellissimo se ogni Stato mettesse a disposizione i migliori professionisti per contribuire a realizzare nella nostra città una ricostruzione non solo rapida  ma anche di grandissimo livello qualitativo. Insomma, una sorta di "expo" permanente delle migliori professionalità a livello mondiale. Una tipologia di intervento che non riguarderebbe il centro storico che non vogliamo snaturare, bensì applicabile ad un inevitabile ripensamento urbanistico che interesserà altre zone che potrebbero essere riprogettate secondo i canoni delle più apprezzte esperienze internazionali. Parlo anche di economisti perchè il nostro obiettivo non è solo quello di ricostruire la città dal punto di vista urbanistico, la sfida è anche assicurare un futuro a un tessuto socio-economico ridotto ai minimi termini dal sisma. Non vogliamo che il nostro territorio col tempo si riduca a semplice fornitore di manodopera a basso costo, bensì produca eccellenze e conoscenze. Infine c’è un altro impegno che mi piacerebbe i leader mondiali potessero assumere: chiedere alle più quotate imprese di ciascun paese di proporre un’iniziativa per l’Abruzzo.

E gli abruzzesi come si stanno preparando al G8?
I cittadini sono consapevoli del fatto che L’Aquila sarà protagonista di un pezzo della sua storia: tra trecento anni di questo evento si parlerà nei libri. Gli abruzzesi sono onorati per una straordinaria occasione, purtroppo c’è una piccola minoranza che conserva una visione più limitata di ciò che accadrà tra poco meno di una settimana. Sul piano dei controlli, la città sarà il luogo più sicuro al mondo; saranno tre giorni che non sconvolgeranno la vita degli aquilani perchè chi l’ha sconvolta non è il G8 ma il terremoto. Sarà un summit internazionale molto sobrio che per certi aspetti interrompe quella consuetudine che sembrava ormai consolidata secondo la quale ogni G8 doveva essere più scintillante dell’altro. I grandi della terra verranno nella città del dolore e lo spirito del vertice non è certamente quello dello sfarzo, specie in un momento di crisi economica. Anche questo aspetto gioverà all’immagine dei paesi che vi partecipano. Inoltre, durante il summit non si parlerà solo di crisi economica, liberalizzazione dei mercati, ma si affronteranno anche tematiche direttamente collegate alla tragedia che ci ha colpito: una sessione dei lavori sarà infatti dedicata al ragionamento su come garantire al meglio la sicurezza delle popolazoini in caso di gravi calamità naturali.

Un segno tangibile dell’effetto G8 c’è già.
Esattamente, è l’aeroporto di cui si parla da anni ma finora era rimasto un  progetto irrealizzato. Adesso, invece abbiamo un’opera infrastrutturale completa e di livello, dotata di torre di controllo e tutti i servizi connessi. Il che vuol dire anche nuove opportunità occupazionali, oltre alle ricadute positive sull’indotto.

A che punto sono i lavori per dare nuove case agli sfollati?
In questo momento L’Aquila è il più grande cantiere al mondo: c’è da rimettere in piedi una città di quindicimila abitanti. I lavori procedono speditamente, con turni ininterrotti ventiquattro ore su ventiquattro. Alcuni cantieri hanno già raggiunto uno stato avanzato nell’edificazione delle piastre con tecnologie antisismiche e degli appartamenti. Le consegne degli alloggi partiranno da settembre e andranno avanti fino a novembre con cadenze quindicinali. E una volta completato, questo progetto ambizioso diventerà una sorta di monumento simbolico alle grandi capacità dell’imprenditoria italiana.

Parliamo del decreto Abruzzo, secondo lei è sufficiente o si poteva fare di più e meglio?
Partiamo da un dato oggettivo: non c’è mai stato un territorio colpito così duramente che a distanza di pochissimi giorni dal sisma fosse già dotato di otto miliardi e mezzo di euro. Naturalmente, oggi nessuno può dire con certezza se queste risorse saranno o meno sufficienti perchè non esistono stime esatte di quelle che saranno le future necessità. Tuttavia, se dovessero servire ulteriori fondi questo accadrà come del resto è sempre avvenuto. I decreti legislativi sono migliorabili in base alle esigenze che si manifesteranno nel tempo, è stato così per gli altri terremoti, sarà così anche per l’Abruzzo.

 Allora come spiega le critiche e le manifestazioni di protesta?
Le polemiche sono di due tipi, quelle inaccettabili perchè riconducibili a strumentalizzazioni politiche specie a ridosso di appuntamenti elettorali, e quelle di persone che in buona fede chiedono sicurezza e tranquillità ma di fronte alle strumentalizzazioni vivono uno stato d’ansia  che poi porta a palesare critiche. Guarda caso, la prima tipologia di polemiche è magicamente finita dopo le europee e le amministrative. Mi auguro che non torni fuori magari in vista delle elezioni per la Provincia de L’Aquila che si terranno a novembre.  

Si è parlato di possibili manifestazioni no global durante il vertice. La ritiene un’ipotesi realistica?
Non credo che i no global farebbero un buon servizio alla loro causa organizzando proprio qui le loro manifestazioni di protesta. L’Aquila è la capitale del dolore e sono convinto che eventuali proteste così come accaduto in passato, si trasformerebbero in un boomerang micidiale per portare all’attenzione internazionale le ragioni che rivendicano.