Abu Omar, 007 Cia arrestato a Panama. In Italia rischia 6 anni di carcere

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Abu Omar, 007 Cia arrestato a Panama. In Italia rischia 6 anni di carcere

18 Luglio 2013

L’ex capocentro della Cia a Milano, Robert Seldon Lady, ricercato per la "extraordinary rendition" dell’ex imam Abu Omar, è stato fermato al confine dalla polizia di frontiera di Panama mentre cercava di attraversare il confine dal Costa Rica. Il sequestro di Abu Omar, sospettato di terrorismo, avvenne a Milano il 17 febbraio del 2003 e Seldon Lady è l’unico membro della squadra Cia in Italia ancora ricercato a livello internazionale. Il governo italiano dunque adesso ha un paio di mesi per chiederne l’estradizione. Se tornasse in Italia, Lady dovrebbe scontare una pena a 6 anni (3 sono stati indultati). Nel 2007, all’epoca delle indagini, lo "spione" americano fece discutere per la sua polemica con il giudice italiano Spataro, dicendo che la rendition dell’imam era nata da necessità politiche più che giudiziarie. Che la Cia abbia commesso una serie di gravi errori nella gestione della rendition di Abu Omar, sopratutto a livello operativo, sembra ormai confermato da non poche ricostruzioni, ma vale la pena ricordare che l’ex imam era il patrono della Moschea di Via Quaranta a Milano – quella dei 200 bambini che andavano a studiare arabo in furgoni dai vetri oscurati, perché i loro genitori non volevano mescolarli agli italiani. Ricercato dalle autorità egiziane, l’uomo è stato collegato alla Jemaah Islamiah, il gruppo terrorista che negli anni Novanta ha insanguinato l’Egitto con dozzine di morti, prima che i suoi apostoli sfuggissero alla repressione del Faraone Mubarak cercando riparo in Europa. Lasciato l’Egitto, Abu Omar si è mosso tra Germania e Bosnia, prima di guadagnarsi lo status di rifugiato politico in Italia alla fine degli anni Novanta. La Moschea di Via Quaranta e l’Istituto di cultura di Viale Jenner, all’epoca,  erano centri d’irradiazione del radicalismo islamico, in contrasto con l’UCOII e altre rappresentanze del mondo islamico nel nostro Paese.