Abu Omar: “I servizi italiani sapevano”
01 Febbraio 2010
di redazione
Ci fu "conoscenza o forse compiacenza" da parte del Sismi nel rapimento di Abu Omar. Lo scrive il giudice Oscar Magi, davanti al quale si è svolto il processo per il sequestro dell’ex imam di Milano Abu Omar: nelle motivazioni della sentenza spiega che da parte del Sismi, allora diretto dal generale Pollari, c’è stata "forse compiacenza" nel rapimento. All’esito del processo furono condannati gli agenti Cia mentre per i funzionari del Sismi fu disposto il non doversi procedere per l’esistenza del segreto di Stato.
Il rapimento di Abu Omar, l’imam sequestrato a Milano nel febbraio 2003, avvenne ad opera della Cia. Il segreto di Stato opposto dai governi Prodi e Berlusconi è stato confermato dalla Corte Costituzionale con una sentenza che costituisce "un paradosso logico e giuridico di portata assoluta e preoccupante" secondo le motivazioni del giudice Oscar Magi. Scrive che "si è finito con l’estendere il segreto di stato in modo assolutamente abnorme" fino al rischio di trasformare quest’ultimo in una "possibile eccezione assoluta ed incontrollabile allo stato di diritto così come finora conosciuto". La sentenza aveva dichiarato non giudicabili gli ex vertici del Sismi Nicolò Pollari e Marco Mancini.
Per il giudice "consentire agli imputati di una gravissima vicenda perseguibile penalmente di andare esenti da una corretta valutazione della loro responsabilità perché i rapporti tra i servizi italiani e stranieri sono coperti da segreto di Stato significa in termini molto semplici che gli stessi possano godere di una immunità di tipo assoluto a livello processuale e sostanziale, immunità che non sembra essere consentita da nessuna legge di questa Repubblica".