Accademia aeronautica: una tempesta in un bicchiere d’acqua

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Accademia aeronautica: una tempesta in un bicchiere d’acqua

18 Gennaio 2019

Il maggiore quotidiano italiano, il Corriere della Sera, ha dato con grande enfasi la notizia di un supposto caso di nonnismo, denunciato da una allieva ufficiale della Aeronautica militare sul quale è intervenuto con parole di fuoco anche il ministro della Difesa. Nelle ultime ore, con evidente imbarazzo, chi ha cavalcato il caso sollevato dalla denuncia della allieva Giulia Schiff ha dovuto prendere atto dell’esistenza di un altro filmato che mostra l’allieva ufficiale comportarsi nello stesso identico modo di quello da lei denunciato nel corso di un rito goliardico-scherzoso che riguardava un altro allievo.

Vorrei partire da questo episodio per ricordare a una Italia smemorata la vicenda di Maurizio Cocciolone e Gianmarco Bellini, i due piloti italiani abbattuti in Iraq che vennero torturati dopo la cattura e premiati successivamente per il loro eroico comportamento in quella occasione. I piloti infatti sono militari che rischiano non soltanto quando sono in volo ma anche quando partecipano a guerre come nel caso del pilota giordano, a sua volta catturato dall’Isis di cui tutti, abbiamo impresse nella mente le immagini raccapriccianti della morte. Stiamo parlando dunque di cadetti che si apprestano ad affrontare una vita militare densa di pericoli, davanti ai quali da sempre centinaia e centinaia di aspiranti piloti, molti dei quali, arrivati ai vertici delle forze armate, si sono sempre volontariamente sottoposti a un rito di iniziazione, con l’orgoglio di chi celebra l’aver ottenuto un grande risultato.

In questo scandalo in un bicchier d’acqua ricordo di quando, ministro in carica, in visita alla Accademia militare di Pozzuoli, mi ritrovai con la mia cravatta di Marinella proditoriamente tagliata a metà  in mensa dai cadetti, in ossequio a una vecchia tradizione. Secondo voi a quel punto dovevo risolvere la situazione, come feci, con una risata, oppure denunciare i cadetti ai sensi dell’art.635 codice penale per danneggiamento oggetto mobile in pubblico, reato che prevede una reclusione da 6 mesi a 3 anni?