Accumoli, anche il sindaco a rischio processo

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Accumoli, anche il sindaco a rischio processo

17 Maggio 2017

Il procuratore capo di Rieti, Saieva, ha contestato i reati di disastro, omicidio colposo, abuso d’ufficio e rifiuto di atti d’uffiico a sette persone che rischiano, adesso, il processo per il crollo del campanile di Accumoli. Era il 24 agosto scorso e il crollo della torre campanaria sfondò il tetto di un’abitazione uccidendo una famiglia intera: mamma, papà e due figli. 

La notizia è che tra gli indagati figura anche il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci che dovrà rispondere di abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Disastro e omicidio colposo è, invece, l’ipotesi di reato a carico del responsabile unico del progetto, l’architetto Pier Luigi Cappelloni, l’ingegnere Alessandro Aniballi e l’architetto Angelo Angelucci, del geometra Giuseppe Renzi e dell’ingegner Matteo Buzzi, all’epoca dei lavori tecnico della Curia di Rieti. Archiviata invece la posizione del monsignor Delio Lucarelli, allora vescovo di Rieti.

Secondo l’atto d’accusa della procura il crollo poteva essere evitato, ma i sette indagati avrebbero omesso “di adottare i doverosi interventi antisismici idonei a impedirlo”. Quali interventi? Quelli della Curia di Rieti, e che dovevano servire a consolidare il campanile della chiesa. Ma di fatto non furono né progettati né collaudati nonostante già all’indomani del sisma de L’Aquila del 2009 la sovrintendenza avesse già segnalato un preoccupante “indebolimento strutturale”.