Acqua alta per il Pd a Venezia (e non solo)

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Acqua alta per il Pd a Venezia (e non solo)

15 Giugno 2015

“Ghea podemo far” e ce l’ha fatta. Luigi Brugnaro è il nuovo sindaco di Venezia con il 53,2% dei voti. Sconfigge la sinistra-centro di Felice Casson che si ferma al 46,7%. Brugnaro, veneziano, classe 1961, imprenditore, è riuscito in una impresa degna della Reyer, la squadra di pallacanestro di cui è patron indiscusso. In cento giorni la sua lista, sostenuta e alimentata in primis da Area Popolare Venezia e Forza Italia, è andata fortissimo, riuscendo ad aprire anche un dialogo costruttivo con la Lega tra primo e secondo turno. Il risultato è l’entusiasmante vittoria di stanotte.

 

Lo schieramento che appoggiava la lista "Brugnaro sindaco" prende oltre 54mila voti, la Lega Nord e le altre liste indipendentiste 14mila. La sinistra-centro di Casson si ferma a 47mila. Dopo gli scandali e un anno di commissariamento del Comune, il Partito Democratico perde la città dove ha governato ininterrottamente dagli anni Novanta. La brusca frenata registrata alle Regionali continua, i democrats scivolano pericolosamente anche in questo giro di ballottaggi. Vengono sconfitti ad Arezzo, Matera, Nuoro, Fermo. Arezzo era un’altra roccaforte della sinistra in Toscana, qui il segretario del Pd Matteo Renzi si era speso in prima persona, e dalla provincia aretina viene l’attuale titolare del dicastero delle riforme, Maria Elena Boschi. Non è stato sufficiente.

 

A Chieti Umberto di Primio, eletto sindaco nel 2010 con il Pdl e segretario provinciale del Nuovo Centrodestra, conferma che buongoverno e radicamento sul territorio sono il perno dell’alternativa moderata al centrosinistra: Di Primio vince con il 55 per cento, staccando di ben dieci punti Luigi Febo, che si ferma al 45. A Chieti Ncd prende oltre il 9 per cento dei voti (5 seggi), che diventano più del 15 per cento (8 seggi) se li sommiamo a quelli dell’Udc. Forza Italia è all’11,4. La lista “Noi Con Salvini” alleata con il Partito Liberale Italiano non supera il 3 per cento, confermando che le incursioni dei leghisti oltre il Garigliano non pagano in termini di consenso, film già visto alle Regionali. 

 

Ncd e l’Area Popolare ottengono altri risultati positivi in diversi comuni italiani dove si afferma il centrodestra. Segnaliamo, da Nord a Sud, Voghera in Lombardia (4,7 per cento che diventa l’11 per cento con l’Udc); Rovigo in Veneto (AP è al 4,4 con 3 seggi); Giugliano in Campania (Ncd-Campania Popolare è al 4,2 con 3 seggi); Altamura, in Puglia, dove si registra un’altra importante affermazione per il Movimento Politico Schittulli, seconda forza politica dopo la Lista del sindaco Forte, con il 5,8 per cento dei voti (3 seggi) – e con Forza Italia che correva con un suo candidato al 2,7; Trani, sempre in Puglia, dove vince il Centrosinistra ma va segnalato il 5 per cento tondo di Area Popolare; Gioia Tauro, in Calabria, con AP al 7,6.

 

Il voto di questi ballottaggi sembra quindi offrire una chiara indicazione per il centrodestra nella sua versione moderata (e adriatica): da Venezia a Chieti fino al nord della Puglia vincono candidati espressione dell’area che ci stiamo impegnando a costruire con il simbolo di Area Popolare. Se si guarda ai voti e alle percentuali che abbiamo appena elencato, vengono smentiti i profeti di sventura che volevano Ncd sotto la soglia del tre cento, anzi, il dato è che in molti importanti comuni il risultato è molto superiore a quello ottenuto alle Europee, che pure viene confermato.