Addio Vianello, anche la politica si stringe attorno al re dello humor
15 Aprile 2010
Abbiamo perso un altro dei volti che hanno segnato la storia della tv e che tanto ci ha fatto sorridere. Raimondo Vianello, che il prossimo 7 maggio avrebbe compiuto 88 anni, s’è spento improvvisamente questa mattina. La notizia si è diffusa rapidamente sul Web, a testimonianza del grande legame affettivo con il pubblico.
Personaggio cult della televisione italiana assieme alla moglie Sandra Mondaini, Vianello con Ugo Tognazzi rappresentarono negli anni ‘60 una rottura dell’allora varietà televisivo. Con lui se ne va una delle ultime icone della grande tv dell’Italia del miracolo economico, animatore con la sua grazie a la sua ironia di infiniti sketch, e poi personaggio di punta a Mediaset, assieme ad altri due mostri sacri del piccolo schermo, Mike Bongiorno e Corrado.
Anche il mondo della politica esprime dolore per la perdita del "gentiluomo" della televisione.
"La scomparsa di Raimondo Vianello rappresenta un dolore profondo per tutti noi che ne abbiamo ammirato la raffinatezza, la misura, l’ironia leggera, l’eleganza, l’umanità". Lo dichiara il ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi. "I suoi film, le sue apparizioni televisive, le sue gag – prosegue Ronchi – hanno accompagnato generazioni di italiani e lasciano in noi il ricordo di un uomo che è sempre riuscito a frequentare l’ironia e l’arte di non prendersi sul serio e a farlo in una maniera unica, con uno stile che era davvero solo suo. Io credo che oggi tutti coloro che fanno spettacolo e comunicazione dovrebbero fare propria la lezione di Raimondo Vianello e imitarne il garbo e la misura. Oggi – conclude – se ne è andato un vero signore e un uomo di cultura. Ci mancherà".
Secondo Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, "con Raimondo Vianello se ne va uno dei simboli dell’Italia migliore. Intelligente, spiritoso, umanissimo, popolare ma mai ‘basso’. Un maestro dello spettacolo e della comunicazione, e anche un protagonista di un Paese intelligente e civile. Lo rimpiangeremo a lungo, unendoci al dolore e al ricordo di tutti quelli che lo hanno conosciuto e apprezzato".
"Siamo tutti molto tristi oggi a Mediaset, ma credo lo siano tutti gli italiani. È morto un amico, un amico vero, un amico di tutti. È morto un grande artista ed è morto un grande uomo". Così Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, ricorda Raimondo Vianello in una dichiarazione diffusa dall’azienda di Cologno Monzese. "Chi lo conosceva ha apprezzato, fin dai tempi di ‘Un due trè, la sua ironia, la sua versatilità, la sua bontà", continua Confalonieri. "Perchè i grandi artisti con il loro lavoro portano anche un messaggio di calore, di pace, di generosità. Il ricordo più bello che ho di Raimondo è proprio quando è arrivato in azienda, insieme a Mike, insieme a Corrado. Possiamo dire che Raimondo è stato uno dei co-fondatori di Canale 5, delle televisioni Fininvest e ora Mediaset".
"Un grandissimo attore, che ha saputo raccontare, un po’ come Alberto Sordi, la storia del nostro Paese, con la sua comicità e con le sue intuizioni ironiche, sempre cariche di una grande cultura e di un grande spessore umano". Così il sindaco di Roma Gianni Alemanno ricorda Vianello.
Intanto, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa la notizia della scomparsa di Raimondo Vianello, ha inviato alla moglie, Sandra Mondaini, un messaggio in cui esprime la sua vicinanza ricordando il popolare attore che "tanto ha dato al teatro, al cinema e alla tv italiana".
Nato a Roma nel ’22, Vianello era cresciuto a Spalato, dove il padre Guido era impegnato come ammiraglio nella Marina militare. Rientrato a Roma, frequentò la facoltà di giurisprudenza, aderendo alla Repubblica Sociale Italiana come bersagliere. Nel 1945 cade prigioniero degli alleati e viene trasferito nel campo di concentramento di Coltano, dove trova fra gli altri Dario Fo, Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, Luciano Salce.
Dotato di un fisico aitante e grande appassionato di sport, Vianello insieme al fratello Roberto è atleta e dirigente del Centro Nazionale Sportivo Fiamma. Ma la sua passione, ben presto, diventa il teatro: entra nella rivista Cantachiaro 2 di Garinei e Giovannini; poi, dopo un’esperienza non felicissima nel cinema, trova il grande successo con Un due tre. Qui è affiancato da Tognazzi in una serie di gag che restano nella storia della tv italiana. Ormai è un personaggio di rilievo nazionale e il sabato sera gli italiani non se lo perdono nel Tappabuchi, in qualità, come recitano i titoli di testa del programma, di "valletto" di Corrado.
Nel 1962 si sposa con Sandra Mondaini: aveva conosciuto la soubrette nel 1958. La coppia diventerà una colonna dei varietà Rai, a partire da Sai che ti dico?, Tante scuse, Di nuovo tante scuse, Noi… no, Io e la befana. Sette e mezzo e Stasera niente di nuovo, chiudono l’esperienza in Rai. Vianello è uno dei volti noti che Mediaset, allora Fininvest, ‘ruba’ alla Rai per imporre il proprio palinsesto. Su Canale 5 la coppia conduce due stagioni del varietà Attenti a noi due e Sandra e Raimondo Show, prima di aprire un altro capitolo della carriera con la sit-com Casa Vianello (1988-2007).
Da solo, su Canale 5, Raimondo Vianello ha presentato le trasmissioni Zig zag (1983-1986) e Il gioco dei 9 (1988-1990), prima di segnare un punto di rottura nella ‘messa’ domenicale delle trasmissioni sportive con la conduzione, condita di ironia e umorismo, di Pressing (1991-1999) su Italia 1, durante la quale, in occasione della discesa in campo politico di Silvio Berlusconi nel 1994, Vianello mise in scena un dialogo con Antonella Elia in cui dichiarò l’intenzione di votare per il proprio editore alle imminenti elezioni politiche. Divenuto ormai un’icona del "buon presentatore", per la capacità di trasmettere un’atmosfera cordiale, Raimondo Vianello fu chiamato nel 1998 a presentare il Festival di Sanremo. Nella sua lunga e carriera l’attore è comparso in più di cinquanta film di genere comico, mettendo sempre la firma della sua cifra stilistica, grande ironia e affettuosa signorilità.
Un altro pezzo da novanta della televisione ci lascia, ma noi difficilmente riusciremo a chiudere le porte della Casa – che Aldo Grasso ha definito "una delle poche seconde case a disposizione di tutti, una sorta di multiproprietà gratuita" – più famosa del piccolo schermo che lui stesso ci aveva spalancato, deliziandoci con scenette di garbata comicità.