Adesso i farmacisti prendono i parlamentari “per le palle”
30 Marzo 2012
I farmacisti dettano le loro condizioni in fatto di liberalizzazioni e lanciano una provocazione/minaccia che già fa impallidire metà degli italiani (e delle italiane) bisognosi di quell’elisir che fa l’uomo (sessualmente) potente: “Vita dura per noi, niente Viagra per voi”. Ad annunciare questa singolare forma di protesta è stato il Sinafo, il sindacato regionale farmacisti ospedalieri del Lazio – ma appoggiato a livello nazionale –, che nel pomeriggio di ieri ha organizzato un sit-in di protesta davanti a piazza del Parlamento “contro l’iniquità nell’attribuzione dei punteggi ai titoli del servizio dei farmacisti pubblici, che operano negli ospedali e nelle aziende sanitarie locali”.
Cosa reclamano in sostanza i manifestanti in camice che agitano lo slogan ‘No Viagra, no party’? Chiedono al ministero della Salute che gli vengano attribuiti almeno gli stessi punteggi dei titolari privati, perché attualmente “con questo testo ci vediamo valutati circa la metà”, spiega Loredana Vasselli, Direttore UOC Farmacie Territoriali Asl.
“Altrimenti – spiega sempre la Vasselli – saremo costretti a far partire il provocatorio sciopero del Viagra”. Insomma, se la richiesta non sarà soddisfatta, a rimanere insoddisfatte saranno le amanti/mogli/fidanzate dei tanti, tantissimi fruitori della pillolina blu cobalto.
“Che stronzi ‘sti farmacisti!”, “Non possono farci questo!” avrà pensato quell’ampia fetta di italiani che già è in crisi d’astinenza da ‘aiutino’. Per bacco, il Viagra sarà pure un farmaco che se non assunto “non mette a rischio la sicurezza del paziente” come potrebbero esserlo quelli per cuore o diabete, ma forse i nostri farmacisti incazzati dimenticano la valanga di richieste giornaliere di tutti quegli arzilli, seppur attempati, signori che usciti dall’ufficio vogliono sentirsi un po’ Rocco Siffredi con le loro morose.
Cari farmacisti, pensateci prima di compiere questo triste oltraggio al maschio italiota. Soprattutto, considerando l’incancrenita gerontocrazia della nostra classe politica, rendetevi conto che ricatto possa rappresentare per quei parlamentari che saranno chiamati a decidere (e che in mancanza di quella pillola ritorneranno a prendersi a schiaffi con le loro mogli). Del resto, come diceva Leo Longanesi: “Non bisogna appoggiarsi troppo ai princìpi, perché poi si piegano”. Quindi occhio alle ‘imbarazzanti’ conseguenze.