Adesso Santoro si sente una vittima del “mobbing” in Rai

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Adesso Santoro si sente una vittima del “mobbing” in Rai

07 Giugno 2010

La telenovela Santoro va avanti. L’ennesima puntata del "programma" che in queste settimane sta tenendo banco nel dibattito mediatico-politico è andata in onda oggi quando il conduttore di Annozero ha chiamato a raccolta i colleghi di tv e carta stampata per la conferenza stampa di fine stagione televisiva convocata nella sede storica della Rai, a viale Mazzini. Lo scopo era quello di fare il punto sulla sua situazione e sull’accordo, attualmente in stand by. Ma è stato chiaro fin dall’inizio che il conduttore televisivo non si sarebbe limitato a questo. E così è stato. Con tanto di fendenti riservati ai vertici dell’azienda e j’accuse del tipo "nessuno ha subito quanto me violenze e mobbing". Insomma, una dura “requisitoria” alla quale è seguita la replica del presidente Rai Paolo Garimberti,  il quale non ha risparmiato qualche stoccata al patron di Annozero, in particolare sull’atteggiamento tenuto finora in tutta questa vicenda.

In conferenza stampa il clima era già teso ma è diventata incandescente quando un giornalista ha chiesto a Santoro di spiegare perché ha iniziato la trattativa per la sua uscita dalla Rai. Un interrogativo che ha fatto da detonatore. "Come nasce questa ipotesi di accordo?", ha detto il conduttore di Annozero, "nasce dal fatto che nessuno ha subito quanto me violenze e mobbing". Poi  ha spiegato che il suo è stato un anno "difficile se non impossibile" e il j’accuse ha raggiunto il suo apice quando ha sentenziato: "Una cosa è lo scontro politico ed editoriale, altra cosa è lavorare in un’azienda che trama per metterti fuori gioco". E infatti, dopo le durissime polemiche delle scorse settimane sul suo ipotizzato addio alla Rai, Santoro ha chiamato in causa i vertici dell’azienda: "Se Garimberti dice che lui vuole che Annozero vada in onda a nome del Cda e dell’azienda, allora io resto. Però  l’unica scelta è tra Annozero o l’accordo, terzium non datur. Non starò due anni chiuso in una stanza ad aspettare".

In sala ad applaudirlo c’erano il direttore di Raitre Antonio Di Bella, il direttore di Rainews Corradino Mineo, Lucia Annunziata e i consiglieri d’opposizione Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten. Tutti schierati in difesa del conduttore, che in apertura ha incassato gli elogi del direttore di Raidue, Massimo Liofredi. "La nostra rete – ha detto  – ha realizzato una serie di performance importanti che hanno permesso al gruppo Rai di vincere su Mediaset dove Santoro ha fatto la parte del leone". Quanto alla prosecuzione di Annozero Liofredi non si è scomposto: "La questione è sul tavolo del direttore generale e del consiglio di amministrazione della Rai e non sarebbe corretto esprimere una opinione mentre c’è una trattativa in corso". Ma l’affondo di Santoro ha trasformato la conferenza stampa in una sorta di "tribuna" personale, specialmente quando ha ricordato di aver lavorato "per un anno in condizioni assurde: per le 13 puntate del programma non c’era il contratto di Travaglio, con Vauro a rischio di andarsene una settimana sì e una no… Potete definire questo come volete, si può chiamare anche mobbing".

Senza sciogliere la riserva sul suo futuro nell’azienda pubblica, Santoro ha poi puntato l’indice contro i piani alti di via Mazzini. Non è lui a dover decidere, ha detto, ma l’azienda. "Se il presidente Garimberti mi dice ‘rimani, fallo Annozero’ io resto e ad aprile-maggio del prossimo anno vediamo anche insieme quali sono i programmi più giusti da fare, gli restituisco la ‘libertà editoriale’". Altrimenti, ha continuato, "se non ce la fate a reggere questo fatto, perché non ce la fate, è inutile che scaricate su di me la situazione. Dite che insieme abbiamo trovato un accordo, io lo firmo e me ne vado". 

Le stoccate del conduttore non hanno risparmiato nemmeno la stampa e i suoi vertici, colpevoli di aver fatto luce soltanto sui suoi compensi e di aver fatto cattiva informazione. "È giusto che tutti gli stipendi vengano messi in rete", ha detto. "Voi siete appassionati ai miei guadagni ma non a tutti quelli della Rai. Io chiedo al presidente Garimberti di rendere pubblici tutti gli stipendi, così ne vedremmo delle belle, anche sulle consulenze". La replica del presidente della Rai non si è fatta attendere. "Sei una risorsa per la Rai, Michele, e quel cerino che hai acceso e che tu ora non vuoi più e che ti spaventa tanto, me lo prendo volentieri io e ci metto la faccia, come ho sempre fatto e sempre farò nella mia vita professionale. Quindi per la risposta secca che mi chiedi mi approprio del tuo slogan: ‘adesso Annozero può cominciare. Perchè io personalmente non l’ho mai messo in discussione. E tu?" ha sottolineato Garimberti domandando a Santoro "perchè, prima di avviare con la Direzione Generale una trattativa per la sua uscita, non è venuto da me a chiedermi se volevo Annozero in onda? Se lo avesse fatto prima, gli avrei risposto esattamente come quei consiglieri con cui si è consultato: ‘non è il momento di interrompere Annozerò. Ho il massimo rispetto per il suo diritto ad essere artefice del proprio destino, anche se, in un momento di grave crisi, a differenza di tanti altri, ha la fortuna di poter scegliere tra due opzioni egualmente remunerative".

Dal Pdl arriva il commento caustico del  coordinatore nazionale di Giovane Italia Francesco Pasquali ha affermato che "ad ogni occasione buona, Santoro conferma il suo atteggiamento profondamente lesivo verso l’immagine e il prestigio della Rai. Il conduttore di Annozero utilizza l’enfasi di un presunto martirio come arma di ricatto verso la dirigenza dell’azienda pubblica per mettere in salvo le sue battaglie di propaganda e attivismo politico". "Scegliere gli schermi Rai – ha sottolineato Pasquali – e il ruolo di conduttore per fare demagogia spicciola non è opportuno. Avrebbe potuto tranquillamente farlo a Strasburgo, dove è stato eurodeputato della sinistra, e dove invece non ha lasciato segni tangibili della sua partecipazione". La telenovela Santoro, continua e chissà quale trama avrà la prossima puntata.

(Filippo Benedetti Valentini)