Adesso. Waiting for Matteo
27 Febbraio 2013
di Ronin
Dicono, facciamo un governo di minoranza Pd dando le camere una a Grillo e una Berlusconi ed eleggendo insieme il presidente della Repubblica. Ma Grillo giudica Bersani "un morto", se ne frega dei meccanismi parlamentari, degli incarichi e delle poltrone, e ha pure rifiutato la carica di parlamentare.
Dicono, facciamo un governo di unità nazionale Pdl-Pd, concordando la lista dei ministri, lasciando a Bersani la premiership, facendo le riforme istituzionali e prendendo delle misure anticasta per recuperare consenso tra gli elettori. Ma il risiko politico non convince quel pezzo del Pd che tende la mano ai grillini e non ha mai archiviato l’antiberlusconismo.
La quadra non si trova ma una cosa Bersani avrebbe potuto farla. Invece di presentarsi alla conferenza stampa della vittoria con quell’aria cupa, mesto, quasi arrabbiato, poteva dare la spallata alla classe dirigente piddina che la sera stessa si è ritrovata come tanti nostalgici della seconda repubblica accanto al caminetto per valutare il da farsi, e presentarsi invece sul palco con Matteo Renzi, dopo averlo tanto corteggiato e portato con sé nelle piazze della campagna elettorale.
Matteo dopo le primarie ha la statura per guidare un governo di scopo con il Pdl, piace a Berlusconi, è (abbastanza) nuovo da competere col neoismo grillino e rispondere al fenomeno mediatico 5 Stelle con la sua macchina della propaganda in stile obamiano. Si dicono molte cose, per risolvere questa crisi di sistema. E forse si tornerà alle urne, facilitando il definitivo trionfo grillino. Intanto waiting for Matteo.