Adoro i messaggi del mio amore, sempre pieni di tenera ipocrisia
05 Agosto 2009
Oggi il tempo non passa mai in ufficio. Domitilla ha le lune storte e quando è così tutta la redazione è un po’ tesa.
Mi arriva un messaggio di Roberta: “Ciao amore come stai? Ho sentito Marta dice se andiamo a mangiare una pizza anche con Giovanni stasera, ti va?”.
Quando mi scrive questo genere di messaggi quel “ti va” è un’ipocrisia abissale visto che ha addirittura sicuramente già preso l’appuntamento.
Le rispondo: “Ma certo tesoro, ci vediamo a casa e andiamo insieme, ti passo a prendere o ci vediamo direttamente lì?”.
E lei mi risponde con un’istantaneità così immediata da farmi escludere categoricamente e con certezza assoluta la benché minima possibilità che nel frattempo abbia potuto anche solo pensare di chiamare Marta e decidere un appuntamento da comunicarmi.
“No passami a prendere se puoi che dobbiamo essere alle otto e mezza vicino al Colosseo ad uno di questi Roma Estate che piacciono tanto a Giovanni.
Ho capito benissimo dove, all’ombra del Colosseo. Mi ci portava sempre anche da solo quando eravamo single.
Non che adesso lui non lo sia, o lo sia di meno. Solo che la storia con Marta è uscita finalmente allo scoperto, ed entrambi la vivono con maggiore serenità, seppur sempre “senza vincoli”, ovviamente. Che non ho mai capito bene cosa significasse.
Mi sento un po’ partecipe di questa loro “uscita allo scoperto”. In fondo credo dipenda molto dalla mia storia con Roberta se hanno deciso di confessare a se stessi e agli altri che c’è qualcosa anche tra loro. Devono aver pensato: “Beh, se si sono messi insieme Mario e Roberta va bene tutto!”:
Sorrido, e ripenso ai messaggi di Roberta, al “ti va” e al “se puoi”, e credo che siano tutto quello che un uomo vuole sentirsi dire in fondo.
Non tanto il “ti va”, che effettivamente è quasi esclusivamente ipocrita, quanto il “se puoi”: è chiaro che posso, amore mio, ma fai bene a non darlo mai per scontato, neanche in un messaggino. Lo sai perfettamente che posso, voglio, e forse devo. Ma me lo chiedi.
Comunque io lavoro in centro e devo tornare a Viale Libia per poi tornare di nuovo qui in zona.
Sei bellissima.
Le mando un pensiero che sono sicuro le arriva.
Ho scoperto che a volte siamo telepatici.
A fine giornata la passo a prendere con il mio bolide. Quando la raggiungo è lì che chiude la serranda.
Ci salutiamo con un bacino. Mamma mia quanto è bella non posso credere che sia la mia ragazza.
“Come è andata?” le chiedo.
“Mamma mia lascia stare guarda! Una vecchia si è provata tutti i vestiti e alla fine non ha preso niente mi ha fatto smontare anche la vetrina, un nervoso!” sorride. Si lamenta sempre ma in modo divertito, in fondo gli affari le vanno piuttosto bene e non c’è niente di serio di cui lamentarsi.
“Ma insomma hai capito dove andiamo?”.
“Sì sì tranquilla, lo conosco io il posto”.
Mentre mi abbraccia da dietro al mio missile sento che mi sussurra: “Ohi grazie Ciccio”.