Affitti in nero, la Consulta rovescia la norma contro il “nero”

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Affitti in nero, la Consulta rovescia la norma contro il “nero”

15 Marzo 2014

La Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma del 2011 sul federalismo fiscale che introducendo la cedolare secca sugli affitti dava la possibilità a un affittuario di denunciare contratti non registrati o irregolari. "La lotta all’evasione fiscale, che costituisce un chiaro obiettivo dell’intervento normativo", secondo la Consulta, "non può essere configurata come criterio per l’esercizio della delega". Insomma, l’allora ministro dell’economia Tremonti era andato oltre i suoi poteri. La norma prevedeva per il denunciante un contratto da quattro anni (rinnovabile per altri quattro) a un prezzo inferiore fino all’80-90% sulla base delle rendite catastali. Una punzione per i proprietari che avevano lucrato sul "nero". La pronuncia della Corte costituzionale invece ha reso retroattiva la cancellazione della norma aprendo nuovi contenziosi tra proprietari e locatari (dal giugno 2011). Ora i proprietari potranno imporre agli inquilini di andarsene, pagando in ogni caso la multa per le imposte non versate.