Afghanistan. Attacco ai militari italiani: tre i feriti, ma ora sono fuori pericolo

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Afghanistan. Attacco ai militari italiani: tre i feriti, ma ora sono fuori pericolo

16 Luglio 2010

Scontro a fuoco in Afghanistan, tre militari italiani rimangono feriti. E’ accaduto stamattina nel sud ovest del paese, a sud di Bala Murghab, intorno alle ore 11 locali. La notizia è giunta da fonti del Comando della brigata Taurinense.

Bala Murghab è una delle zone più pericolose della regione occidentale dell’Afghanistan, da sempre. I militari italiani erano impegnati in un’attività di supporto delle forze di sicurezza afgane quando un numero imprecisato di insorti (talebani, a quanto pare) ha provocato lo scontro, che è esploso in modo violento. In tre sono rimasti a terra. Uno sembra non essere particolarmente grave, ma agli altri due non è andata così bene: uno di questi ha riportato lesioni ad una spalla e ha un polmone perforato (non è stato ancora reso noto se da un proiettile o una scheggia di granata), mentre le condizioni dell’altro, che ha una brutta ferita all’inguine, sono state definite "serie". Tuttavia, dal comando fanno sapere che nessuno dei tre è in pericolo di vita.

Nel violento scontro a fuoco di Bala Murghab, nella provincia di Baghdis (l’area dove è operativa la Task Force North), è stato coinvolto anche un elicottero del nostro contingente che è stato danneggiato e all’esterno di Camp Arena è esplosa un’autobomba, provocando il ferimento di tre poliziotti afghani.

Mattina di sangue, dunque, per il nostro contingente, anche se non si è ancora a conoscenza dell’identità dei soldati, trasportati con la massima urgenza all’ospedale di Herat. Antonio Caliandro, portavoce del Regional Command West a Herat, ha comunque sottolineato che "al momento non si hanno informazioni precise sulle condizioni dei tre militari". Il portavoce del contingente italiano ritiene comunque che non ci siano elementi per mettere in collegamento l’attentato kamikaze a sud di Herat di stamattina con quello di Bala Murgab: "I due eventi sono distanti circa 200 chilometri, non ci sono elementi per mettrerli in collegamento. La situazione – ha concluso – ora è calma e stiamo informando i familiari dei ragazzi feriti".

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha precisato che l’area di Bala Murghab, dove si è verificato lo scontro, "è diventata una zona molta pericolosa". "È la zona che io presumo – ha aggiunto La Russa – sia percorsa dai talebani che vengono sospinti verso nord dall’azione condotta a sud dai militari americani e inglesi". Secondo il ministro si tratta infatti di una vera e propria "via di fuga", dove i militari italiani hanno ora "una presenza importante" e dunque "il pericolo di conflitti a fuoco è più frequente e evidente".

Non si è fatta attendere la reazione dei capigruppo Pd nelle commissioni Difesa ed Esteri della Camera, Antonio Rugghia e Francesco Tempestini, che hanno lanciato un appello affinchè lo Stato adegui "le condizioni di operatività dei nostri militari ai crescenti rischi che si registrano nella zona".

Le più alte cariche dello Stato, non appena venute a conoscenza dell’accaduto, hanno esteso il loro augurio di pronta guarigione ai militari inviando messaggi al Capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini. Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, ha sottolineato "il più vivo sentimento di gratitudine per quanti con coraggio, professionalità e spirito di sacrificio svolgono quotidianamente il proprio lavoro in questo tormentato Paese". Anche il Presidente del Senato Renato Schifani e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano hanno inviato un messaggio a Camporini per esprimere la massima vicinanza ai feriti.

Sono passati soltanto due mesi dagli ultimi violenti scontri che costarono la vita a due giovani soldati italiani del contingente Isaf impegnato in Afghanistan. Era il 17 maggio, quando l’esplosione di un ordigno uccise il sergente Massimo Ramadù, 33 anni, e il caporalmaggiore Luigi Pascazio di 25 anni.

Sono circa 3.300 i militari italiani attualmente dispiegati in Afghanistan, per la maggior parte nella zona occidentale di Herat. A Kabul si trovano pochi soldati. L’obiettivo, entro la fine dell’anno, è avere nel Paese circa quattromila soldati italiani. Sotto comando italiano è il Regional Command West (Rc-W) di Herat, guidato dal 20 aprile 2010 dal generale di brigata Claudio Berto. La zona sotto responsabilità italiana è l’ampia regione che si estende sulle quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah. La componente principale delle forze italiane in Afghanistan è attualmente costituita dal personale proveniente dalla brigata alpina Taurinense e sul territorio è presente un significativo contributo di soldati e mezzi della Marina Militare, dell’Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Una delle attività principali dei militari italiani è l’addestramento delle forze di sicurezza afghane.