Afghanistan. Fratello Karzai: “Non sono narcotrafficante, Usa conferma”
04 Ottobre 2010
di redazione
Carte alla mano, per la prima volta, Ahmed Wali Karzai, fratellastro del presidente afghano Hamid Karzai e capo del consiglio provinciale della turbolenta Kandahar, torna a difendersi da ogni accusa che gli viene mossa.
Accusato da più parti di essere a capo di un ‘feudo’ privato nel sud dell’Afghanistan, sospettato di corruzione e di fornire protezione ai signori del narcotraffico, oltre che di aver orchestrato brogli alle presidenziali dell’agosto 2009, Wali Karzai parla al quotidiano britannico The Independent, di una lettera della statunitense Drugs Enforcement Agency che garantirebbe che il ‘signore di Kandahar’ non è sotto inchiesta per narcotraffico.
"Ci sono voluti anni per averla, ma eccola, dimostra che queste accuse contro di me sono false, prive di fondamento", ha detto, annunciando che il documento verrà reso pubblico a breve durante una conferenza stampa a Kabul dal presidente Karzai. "Forse allora tutte queste storie smetteranno di circolare. Sono stato accusato di talmente tante cose – ha proseguito, continuando a puntare il dito contro suoi ‘nemici politici’ e contro ‘l’ipocrisia’ di alcuni funzionari occidentali – che ho iniziato anche a dimenticarne alcune. L’unica cosa di cui sinora non sono stato accusato è la prostituzione".
"Sicuramente sono stato coinvolto con la droga. Nel 2002 lavoravo con le forze speciali americane e britanniche e davo loro informazioni – ha detto – Per quanto riguarda la Cia, non ho mai firmato nulla, ma certamente ho passato loro informazioni così come le ho date all’intelligence britannica. Non dimenticate che la mia famiglia ha combattuto contro i Talebani per molto tempo prima dell’arrivo della Nato. Era mio dovere, in quanto afghano, condividere informazioni con la Cia e gli altri. Se non lo avessi fatto, le uniche persone che ne avrebbero beneficiato sarebbero stati i Talebani e quelli che li sostengono. È per questo che hanno tentato di uccidermi per nove volte. Ma questo non mi fermerà". "Non sono un narcotrafficante, non lo sono mai stato e mai lo sarò", ha aggiunto.