Afghanistan. Frattini: “Democrazia non si impone, serve dialogo”

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Afghanistan. Frattini: “Democrazia non si impone, serve dialogo”

01 Ottobre 2010

Una nuova ed efficace strategia per l’Afghanistan prevede "la promozione della democrazia attraverso il dialogo e non con l’imposizione". È questo il messaggio chiave dell’intervento del ministro degli Esteri Franco Frattini alla conferenza ‘Security, Development, Democracy’, organizzata alla Camera dalla Alliance of Democrats.

In presenza di relatori come l’ex ministro degli Esteri afghano, Rangeen Dafdar Spanta, e il presidente del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani, Frattini ha affermato che la situazione in Afghanistan può evolversi in modo proficuo solo con l’affermazione del principio di "ownership" e con "l’afghanizzazione" dello sviluppo e della sicurezza. "La fase di civilian surge in cui è attualmente impegnata la comunità internazionale in Afghanistan è uno dei passaggi più importanti della nostra esperienza nel Paese", ha detto Frattini, secondo il quale il miglioramento delle infrastrutture, il rafforzamento delle istituzioni e soprattutto dei diritti "sono obiettivi alla portata di uno sforzo convergente e sistemico di tutti quanti intendano dare una mano per ‘recuperare’ l’Afghanistan".

L’Italia, ha spiegato il ministro, si muove da tempo in questo senso e la sua presenza nel Paese "non si limita a un contingente di circa 4mila militari, ma include un forte apporto alle attività di formazione", a cui si affiancano "le attività di cooperazione allo sviluppo e sostegno alla ricostruzione, portate avanti attraverso il Prt di Herat". Senza dimenticare la cooperazione civile che, con uno sforzo che "a oggi è di quasi 500 milioni di euro", è ripartita tra "agricoltura, sviluppo rurale, infrastrutture, sanità e rafforzamento istituzionale".

In questo sforzo, un’altra sfida è quella di "coinvolgere maggiormente i paesi vicini" e in questo senso l’Italia, ha detto il ministro, da sempre sostiene il coinvolgimento anche dell’Iran. "È un paese che – ha detto – con la sua dissennata corsa al nucleare non contribuisce a rasserenare il clima internazionale, ma che non possiamo non considerare con attenzione quando si tratta della questione afghana". Un tema che lo stesso Frattini ha affrontato nel recente incontro con l’omologo iraniano Manouchehr Mottaki, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. In quell’occasione, ha spiegato Frattini, "sono stati affrontati in modo particolare i temi di una possibile collaborazione nell’ambito della lotta al narcotraffico e alla criminalità organizzata a beneficio dell’Afghanistan".