Afghanistan, Frattini e La Russa: pronti a spostare le truppe
26 Maggio 2008
di redazione
L’Italia è disposta a rivedere i cosiddetti "caveat". Si tratta dei vincoli imposti all’impiego delle truppe in Afghanistan.
L’Italia insomma, è disposta a discutere in ambito Nato della possibilità di dislocare le proprie truppe nei fronti più caldi dell’Afghanistan, ma tutto dipende dalle richieste che l’Alleanza deve ancora fare. Ma le truppe impiegate sul fronte saranno alleggerite di almeno 250 uomini. Ad annunciarlo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
Verso il ritiro di 300 uomini L’Italia ritirerà da settembre 250-300 uomini dall’Afghanistan, dove i suoi militari avranno una maggiore libertà di spostarsi, ma solo temporaneamente, in aree al di fuori della loro dislocazione geografica. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha precisato che in sostituzione di soldati ritirati potrebbero giungere altre 10-25 persone con compiti diversi.
Tempi più rapidi per l’azione Rispetto alla situazione attuale, che prevede che in caso di richiesta da parte degli alleati di dispiegamento dei militari italiani al di fuori della regione di Kabul e della Regione Ovest il governo possa rispondere in 76 ore, La Russa vuole ridurre i tempi. "Noi abbiamo intenzione di modificare i tempi di decisione in modo da dispiegare, in pochissime ore cioè sei, le nostre forze temporaneamente in zone dove è utile a fine logistico oltre che militare", ha spiegato il ministro, sottolineando che attualmente l’Italia può già spostare i suoi uomini in zone diverse da quelle che le sono state affidate. Le 76 ore previste attualmente "ai nostri tempi ritengo sia un secolo", ha commentato La Russa, precisando che comunque gli spostamenti sono solo temporanei. L’Italia al momento ha circa 2.700 militari nel Paese centro-asiatico.
I soldati in Afghanistan L’Italia ha circa 2.200 soldati in Afghanistan inquadrati nella missione Isaf della Nato, che ora sono impegnati a Kabul e nella regione di Herat. Dodici militari italiani sono morti nel paese dal 2004, ma il maggior numero di perdite lo hanno subito i contingenti impegnati nel sud-est del paese – americano, britannico, canadese, olandese – dove è più forte la guerriglia degli insorti talebani.