Afghanistan, gli americani affiancano gli italiani per respingere i Taliban
12 Maggio 2009
L’offensiva di primavera promessa dai talebani in vista del tanto atteso, e temuto, appuntamento elettorale del 20 agosto, è cominciata. Si combatte in tutto l’Afghanistan. A nord, a sud così come nell’ovest controllato dagli italiani. I talebani e i loro amici di Al Qaeda non vogliono solo destabilizzare il Paese prima delle elezioni, ma rispondere anche al surge americano lanciato dal presidente Obama.
Per cui se gli americani, soprattutto, e la NATO rafforzano la loro presenza militare nel Paese, gli studenti coranici fanno altrettanto mettendo sotto pressione il dispositivo alleato praticamente ovunque. La strategia della guerriglia è ben sintetizzata da un comunicato prodotto da Al Fajr, il network on line che Al Qaeda utilizza per diffondere i suoi messaggi, e pubblicato di recente sul Forum islamico Al Falluja. Nel documento, la cui responsabilità è stata attribuita a Mohammed Said, il nuovo leader del Lashkar Al Zil, l’erede della famigerata Brigata 55, si afferma esplicitamente che l’obiettivo della strategia dei talebani e di Al Qaeda è interdire le linee di rifornimento di ISAF e Enduring Freedom in Pakistan e attaccare i maggiori centri provinciali per stringere la morsa attorno alla capitale Kabul.
Una strategia che ricorda molto da vicino quella nordvietnamita del carciofo e che ha portato negli ultimi tempi i talebani ad estendere la loro influenza, poco alla volta, dalle loro tradizionali zone di insediamento nel sud del Paese alle aree centrali. Fino alla provincia di Wardak – ad una manciata di chilometri a sud di Kabul – non a caso citata dallo stesso Said nello stesso documento pubblicato su Al Falluja come uno snodo fondamentale nella marcia talebana verso la reconquista della capitale. A Wardak gli americani hanno schierato lo scorso gennaio la 3ª Brigata della 10ª Divisione da Montagna, la prima unità del surge, inizialmente destinata all’Iraq e poi ridiretta in Afghanistan, per rintuzzare l’offensiva talebana e riprendere il controllo di alcuni distretti caduti nei mesi precedenti sotto l’influenza degli studenti coranici. Probabilmente entro l’estate a dar manforte alla 3ª Brigata giungeranno altri soldati americani dei 17.000 in più che il presidente Obama ha deciso di mandare in Afghanistan entro la fine di quest’anno.
Oltre che sulla provincia di Wardak, il surge americano si concentrerà soprattutto sulle provincie di Kunar – nella parte orientale dell’Afghanistan e storica roccaforte dell’Hezb e-Islami di Hekmatyar – e di Hellmand e Kandahar – nel sud. Gli americani rafforzeranno inoltre la loro presenza anche nelle aree meridionali della provincia di Farah, nella regione ovest sotto comando italiano. La notizia, annunciata dal ministro della Difesa La Russa alle commissioni Difesa di Camera e Senato, è stata adesso confermata anche dal capo di stato maggiore dell’Esercito Castagnetti. I soldati americani, pare assieme anche a unità fresche del British Army, si dispiegheranno nei distretti di Gulistan, Bakwa e Bala Baluk, aree estremamente critiche perché soggette all’infiltrazione talebana proveniente dalla provincia di Hellmand e scarsamente presidiate dai militari italiani e della NATO. Il comando regionale ovest italiano, infatti, si trova a dover controllare tutto questo settore, un territorio grande quanto il nord Italia, con poco meno di 3.000 uomini. L’obiettivo è allora aumentare la presenza sul terreno e la cosiddetta “densità operativa” per togliere ai talebani un prezioso retrovia.
Tutto questo porterà a una rimodulazione del contingente italiano di stanza nell’ovest del Paese. Per adesso è stato completato il rischiaramento del secondo battaglione di manovra in aggiunta al battle group congiunto con gli spagnoli che già da tempo opera nell’area e che gravita soprattutto nelle zone centro-settentrionali della regione di Herat. La nuova unità, basata sul 187° reggimento della Brigata Folgore, è di stanza nella base El Alamein di Farah, una struttura di nuova realizzazione attigua alla base del contingente americano di Enduring Freedom, ed è dislocata prevalentemente nell’area meridionale, dove fino a poco tempo fa operavano solo le forze speciali della Task Force 45. Nella base El Alamein è stata di recente dislocata anche una compagnia di blindati da combattimento Dardo, particolarmente utili come deterrente grazie al loro elevato livello di protezione ed al cannone da 25 mm di cui sono dotati.
Sempre di recente, nell’area sono stati realizzati altri due avamposti – Tobruk, nel distretto di Bala Baluk, e Tarquinia, nel distretto di Shouz – che si affiancano così a quello di Delaram, da tempo in funzione, nell’estrema propaggine meridionale della provincia di Farah al confine con la provincia di Hellmand. In vista delle elezioni del prossimo 20 agosto, tutto il dispositivo verrà rafforzato con l’invio di altri 400 soldati. In particolare, lo stato maggiore della Difesa ha deciso di inviare nel settore ovest un ulteriore battaglione di manovra, sempre della Brigata Folgore, ma la località esatta dove l’unità verrà schierata non è stata ancora resa nota. In più, a Farah saranno spostati una parte di elicotteri da combattimento Mangusta e da trasporto Chinook, attualmente di stanza a Herat, che assieme e tre elicotteri AB412, poi rimpiazzati da altrettanti AB205, ed un plotone del 66° reggimento della Brigata Friuli, formeranno un nuovo Aviation Battalion.