Afghanistan. Obama chiederà all’Italia 1500 soldati per altri 3 anni
01 Dicembre 2009
di redazione
Gli Stati Uniti hanno chiesto agli alleati di inviare 10.000 uomini supplementari in Afghanistan, di cui 1.500 all’Italia, 1.500 alla Francia, 2.000 alla Germania e 1.000 alla Gran Bretagna. E’ quanto scrive il quotidiano francese Le Monde, che cita fonti diplomatiche.
A poche ore dall’annuncio di Obama, un’altra fonte dell’amministrazione Usa ha rivelato alla Cnn che, anche grazie a questo aumento delle truppe, l’intenzione americana è di concludere entro i prossimi 3 anni la guerra in Afghanistan, ritirando la maggior parte delle truppe. Quello che Obama annuncerà oggi sarà infatti il secondo surge da lui ordinato dall’inizio del suo mandato lo scorso gennaio, dopo quello che porterà entro la fine dell’anno a 68mila circa il numero delle truppe. Dopo quasi tre mesi di cauta valutazione, che gli avversari repubblicani hanno bollato come un "tergiversare", Obama ha stupito alcuni analisti scegliendo dei tempi più rapidi del previsto per il dispiegamento dei rinforzi, 6 mesi invece di un anno.
Ma, nel difficile bilanciamento che Obama deve riuscire a portare avanti questa sera soprattutto per convincere la parte della sua base elettorale che non vuole un’escalation militare in Afghanistan, il presidente presenterà anche una sorta di "calendario" del ritiro, e – affermano ancora le fonti citate della Cnn – "parlerà di alcune date precise". Un modo per cercare di convincere i molti del partito che non riescono ad accettare l’idea che mandare 30mila uomini in una guerra sempre più difficile ed impopolare, ad un costo stimato di 30 miliardi di dollari in un momento di crisi economica e tasso di disoccupazione alle stelle, sia la scelta giusta.
Intanto, giungono le prime reazioni alla richiesta di incremento delle truppe da parte di Obama agli alleati. Interrogato oggi sull’emittente France 3, l’ex-inviato speciale di Nicolas Sarkozy per l’Afghanistan, Pierre Lellouche, ha ribadito che la Francia non intende inviare truppe supplementari: "Conoscete la risposta del presidente: è no". A ottobre, Nicolas Sarkozy aveva detto che la Francia non avrebbe inviato nemmeno "un soldato in più" in Afghanistan.
Secondo il ministro della Difesa Herve Morin, i francesi potrebbero tuttavia fare un gesto nei confronti di Washington, magari potenziando il dispositivo volto a rafforzare la formazione dell’esercito e della polizia dell’Afghanistan. "Non diciamo no a Obama, accogliamo con favore l’orientamento che si appresta ad annunciare e aspettiamo la conferenza sull’Afghanistan del 28 gennaio a Londra per vedere ciò che gli afghani sono pronti a fare", dicono dall’entourage di Nicolas Sarkozy. "Vedremo come fare per completare se necessario il nostro dispositivo, in particolare, in materia di formazione", ha aggiunto la fonte.
Ieri, Sarkozy e Obama hanno avuto una lunga conversazione telefonica. Secondo l’Eliseo, Sarkozy ha "confermato che la Francia resterà pienamente impegnata in Afghanistan vicino al popolo afghano e ai suoi alleati fino a quando sarà necessario, per permettere agli afghani di assumere progressivamente le loro responsabilità". "La conferenza di Londra del 28 gennaio 2010 sarà l’occasione per esaminare con il presidente Hamid Karzai e il suo governo gli impegni delle autorità afghane e i bisogni supplementari in termini di formazione per accelerare l’afghanizzazione. Per la Francia, questa è la priorità".
Fino ad oggi, Parigi ha sempre rifiutato di aumentare il suo contingente in Afghanistan, che conta già 3.300 militari sul terreno. Con l’invio di almeno altri 30mila uomini entro maggio in Afghanistan, secondo quanto annunciato dai media, il contingente statunitense raggiungerà le 100mila unità, la presenza militare più massiccia dall’inizio della guerra nel 2001.