Afghanistan. Oggi annuncio di Obama sull’invio di 30mila soldati in 6 mesi
01 Dicembre 2009
di redazione
Secondo una fonte dell’amministrazione americana, il presidente Barack Obama nel suo discorso annuncerà l’invio in Afghanistan di altri 30mila soldati statunitensi nei prossimi 6 mesi. Il dispiegamento dei rinforzi, sempre secondo indiscrezioni, avrà una durata limitata. L’annuncio ufficiale sarà dato questa sera dal presidente Obama alle 20, ora americana, le 2 del mattino in Italia.
I primi marines del contingente americano saranno in Afghanistan per Natale, secondo quanto hanno anticipato fonti militari americane ai media Usa. Almeno un gruppo di Marines partirà tra due o tre settimane, hanno detto le fonti, mentre sembra confermato il loro dislocamento nel sud del paese. Le ondate successive di rinforzi seguiranno nei primi mesi del 2010.
"L’Italia è disponibile ad aumentare il contingente impiegato in Afghanistan, ma servono tempi certi sul suo impegno". Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando ad un convegno sugli uomini in divisa del Pdl. "Nei prossimi giorni – ha spiegato La Russa – ci sarà un incontro tra il ministro degli Esteri Franco Frattini ed il segretario di Stato americano, Illary Clinton, all’esito del quale, la nostra già buona predisposizione ad esaminare la proposta di aumento dei nostri militari prenderà forma".
Oggi, ha sottolineato, "non si sa l’entità di questo rafforzamento, ma abbiamo una grande disponibilità, a patto che il numero dei soldati sia inserito in una strategia che abbia dati temporali più certi di quelli attuali, che ci sia un maggiore impegno del governo afghano contro la corruzione e il traffico di droga e ci siano tempi più certi sul programma di afghanizzazione del Paese, cioè affidare al governo afgano il compito di affrontare le minacce del terrorismo e della criminalità". Quanto alle risorse, ha proseguito il ministro, "il problema si risolve con l’equilibrio della presenza dei nostri militari nei vari teatri". Insomma, ha concluso, "siamo disponibili a dare di più, anche perché contrastare le minacce in Afghanistan significa tenere lontano dalle nostre città il pericolo del terrorismo".