Afghanistan: più vittime tra i civili. A colpire sono soprattutto i talebani
12 Marzo 2011
La Missione dell’Onu a Kabul (Unama) ha reso noto il rapporto sulle vittime di guerra annunciando che l’anno scorso sono stati 2.777 i civili morti in Afghanistan, con un incremento del 15 per cento rispetto al 2009.
Il Rapporto annuale della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan è stato realizzato insieme alla Commissione indipendente afghana per i diritti umani e riporta dati che non coincidono con quelli diffusi a inizio gennaio dal governo afghano.
Secondo il portavoce del ministero dell’Interno, Zemari Bashary nel 2010 i civili uccisi sono stati oltre 700 in meno, 2.042 comunque il 20% in più rispetto a quelli registrati, sempre dal governo, nel 2009.
Negli ultimi quattro anni, riferisce Unama, 8.832 civili sono morti nel Paese asiatico a causa della guerra. Il rapporto sottolinea che gli insorti sono responsabili della morte di 2.080 persone, il 75% del totale e il 28% in più rispetto allo scorso anno, mentre le forze governative e gli alleati vengono considerate responsabili della morte di 440 civili, il 16% del totale, con un calo del 26% rispetto al 2009. Il 9% delle vittime, infine, ”non può essere attribuito a nessuna parte coinvolta nel conflitto”.
La maggior parte dei civili (1.141) sono morti a causa dell’esplosione di ordigni improvvisati o di attacchi kamikaze dei talebani che hanno poi assassinato con azioni mirate altri 462 civili con un incremento di attacchi di questo tipo, soprattutto nelle zone meridionali del Paese, del 105 per cento.
E le prospettive per l’anno in corso non sembrano essere rosee. ”Prevedo per il 2011 più combattimenti, perché abbiamo aumentato il numero delle truppe internazionali e i talebani sono sotto pressione ovunque nel territorio” ha dichiarato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen che ha ribadito come i vertici delle truppe Nato in Afghanistan ‘’stiano facendo tutto il possibile per ridurre al minimo le vittime civili”. E, dati alla mano – ha aggiunto – ”vediamo che i civili colpiti dai nostri nemici sono molto più numerosi”.
Già nell’imminente primavera i comandi alleati in Afghanistan si aspettano una nuova campagna di attacchi degli insorti, che cercheranno di riconquistare il terreno ceduto lo scorso anno soprattutto nelle province di Helmand e Kandahar forse intensificando l’uso di kamikaze. “Credo che dovranno modificare la loro strategia”, ha dichiarato il generale David Rodriguez, numero due sul campo in Afghanistan durante un giro in due province meridionali la scorsa settimana.
Probabilmente i talebani attaccheranno maggiormente bersagli più facili, quali le forze di difesa locali o gli ex guerriglieri che hanno deciso di passare dall’altra parte.
Una strategia della quale ” abbiamo già visto l’inizio”, ha aggiunto Rodriguez alludendo agli attacchi contro alberghi, banche, supermercati “con quegli attentati suicidi in serie che hanno lo scopo di fare sensazione e scalpore anche a grande distanza”.
Con il sud strettamente presidiato grazie ai rinforzi anglo-americani affluiti negli ultimi mesi, torna a preoccupare la situazione nell’Est afghano lungo il confine pakistano, area assegnata alle forze statunitensi dove, da giugno 2010, la coalizione ha ucciso, ferito o arrestato 5200 insorti.