Afghanistan, Usa chiede a Nato più truppe e materiali

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Afghanistan, Usa chiede a Nato più truppe e materiali

12 Dicembre 2007

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Robert Gates, ha invitato ieri gli alleati Nato a contenere i ritardi nell’invio di truppe, materiali e risorse necessari in Afghanistan.

Gates ha inoltre lanciato l’allarme contro l’escalation di violenze nella regione. Il segretario alla Difesa ha segnalato che dal mese di gennaio gli Stati Uniti non sono pronti a continuare a colmare la carenza di elicotteri; il suo piú importante leader militare, l’ammiraglio Michael Mullen, ha dichiarato che ci sono limiti a quello che gli Stati Uniti possono fornire.

Il “mio punto di vista è che non sono pronto in questa fase ad assolvere la Nato dalle sue responsabilità in Afghanistan”, ha affermato Gates di fronte ai membri della commissione delle forze armate della camera del Rappresentanti.

Il segretario alla Difesa e il capo di stato maggiore interforze americano, l’ammiraglio Mullen, hanno inoltre segnalato che le violenza sono aumentate, in particolare nel sud dell’Afghanistan, dal dispiegamento della forza Nato incaricata della sicurezza nel Paese nell’ottobre 2006.

L’ammiraglio Mullen ha descritto queste violenze come una “guerriglia classica”, ma ha aggiunto che esistono limiti a ció cui l’esercito Usa puó far fronte con la maggior parte delle sue risorse concentrata sulla guerra in Iraq.

“La guerra in Afghanistan è per natura e necessità un’operazione in economia”, ha sottolineato, il “nostro principale obiettivo militare nella regione e nel mondo attualmente si trova in Iraq”.

“In Afghanistan facciamo quello che possiamo, in Iraq facciamo quello che dobbiamo” ha insistito Gates. Gli Stati Uniti hanno circa 26mila soldati in Afghanistan rispetto agli oltre 160mila in Iraq.

Gates, che si è recato in Afghanistan la scorsa settimana, ha indicato che sarà mercoledí in Scozia per avere un colloquio con i ministri della Difesa dei Paesi presenti in Afghanistan nel quadro della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), sotto comando della Nato.

 “Da quando l’Isaf si è assunta la responsabilità su tutto il territorio afgano nell’ottobre 2006, il numero di soldati non americani è aumentato di circa 3.500”, ha spiegato in precedenza il segretario alla Difesa Usa, “Ció detto, potrebbe e dovrebbe essere fatto molto di piú. La Nato soffre ancora per i ritardi nel fornire il minimo necessario di truppe, materiali e altre risorse”.

Gates, che ha sottolineato che la missione della Nato in Afghanistan è la prima di questo tipo fuori dall’Europa, ha aggiunto che una parte del problema è legata al fatto che gli alleati Nato hanno punti di vista divergenti sulla missione in un contesto di post guerra fredda.

“La Nato deve adattarsi alle sfide collegate alla condotta di operazioni in Paesi lontani”, ha osservato, “E la Nato deve garantirsi di avere le risorse e le strutture per contrastare le reti terroristiche e metter fine alla guerriglia che minaccia di provocare instabilità e fallimento”.