Afghanistan. W.Post, su corruzione Karzai mette paletti a inquirenti Usa
09 Settembre 2010
di redazione
Il presidente afghano Hamid Karzai intende varare al più presto nuove normative che restringono la possibilità di coinvolgimento di esperti internazionali nelle indagini in casi di corruzione. È quanto si legge sul Washington Post, in cui si precisa che il presidente vuole limitare il ruolo di esperti americani e di altri Paesi nell’ambito di due istituzioni create all’interno del ministero degli Interni di Kabul per la lotta alla corruzione.
L’obiettivo è impedire agli esperti internazionali il diretto coinvolgimento nelle inchieste. "La gestione sarà afghana, a prendere le decisioni saranno gli afghani e gli inquirenti saranno afghani", ha spiegato Mohammed Umer Daudzai, capo dello staff di Karzai. Così gli esperti stranieri, per lo più del Diparimento di Giustizia Usa, potranno solo "addestrare" gli afghani, ha precisato, ma non partecipare al processo decisionale.
Karzai, secondo il suo consigliere, vorrebbe anche bloccare interferenze statunitensi nella selezione degli inquirenti afghani (che verrebbero individuati dal ministero degli Interni con il rischio che vengano scelte persone ‘vicine’ al presidente) nonchè l’aumento degli stipendi degli inquirenti afghani e dei procuratori che lavorano nelle due istituzioni in seno al ministero degli Interni.
La mossa del presidente arriva proprio mentre da Washington si fanno sempre più forti le pressioni su Karzai affinchè rafforzi l’impegno nell’ambito della lotta alla corruzione, come promesso al momento della rielezione dopo le contestate presidenziali dello scorso anno. Ieri anche il segretario generale della Nato, Andres Fogh Rasmussen, ha esortato Kabul a "rafforzare la lotta alla corruzione".
La nuova strategia di Karzai ha messo subito in allarme l’Amministrazione Usa e i responsabili statunitensi a Kabul. Ora il tentativo è quello di convincere Karzai e i suoi consiglieri ad ammorbidire le restrizioni. "Quel che propone (il presidente, ndr.) renderebbe effettivamente inutili questi due organismi", ha detto un funzionario Usa esperto di politica afghana, riferendosi alle due istituzioni create in seno al ministero degli Interni. Sin dalla loro creazione, la Major Crimes Task Force e la Special Investigative Unit del ministero degli Interni di Kabul hanno ricevuto molto sostegno da parte dei consiglieri legali statunitensi a Kabul, che lavorano per l’Fbi, la Drug Enforcement Administration e in generale per il ministero della Giustizia americano, ma – sottolineano dagli Usa – sono gli afghani a prendere le decisioni finali sui casi da seguire.