Ahmadinejad accusa di razzismo Israele ma l’Europa se ne va
20 Aprile 2009
Ginevra, Conferenza sul Razzismo dell’Onu. Nel primo pomeriggio Mahmoud Ahmadinejad prende la parola e – senza mai chiamare Israele per nome – dice che “in Palestina c’è un regime razzista” e che le potenze occidentali “gli hanno dato mano libera per continuare i suoi crimini”. Israele sarebbe stato creato con il “pretesto” della sofferenze vissute dagli ebrei durante la Seconda Guerra mondiale. Il presidente iraniano ha preso di mira anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, attaccando “i sionisti e i loro alleati” per aver pianificato la guerra in Iraq.
Come preannunciato, i rappresentanti dell’Unione Europea e dei Paesi occidentali presenti nell’aula di Ginevra hanno abbandonato la sala, in massa, quando Ahmadinejad ha fatto indirettamente riferimento a Israele. Non sono state le uniche forme di protesta. Tre manifestanti con vistose parrucche colorate e nasi rossi da clown avevano interrotto il discorso del presidente iraniano che, dopo aver “perdonato questa gente che sta perdendo ogni educazione” ha continuato imperterrito a parlare, ricevendo applausi di sostegno da parte dei delegati rimasti. Prima di entrare nell’aula, Ahmadinejad aveva corso il rischio di essere colpito da altri due contestatori che gli hanno dato del “razzista”.
Secondo Rupert Colville, portavoce dell’Alto Comissario per i Diritti Umani della Nazioni Unite: “Deploriamo profondamente il linguaggio adoperato dal presidente iraniano”, parole “totalmente fuori luogo” in una Conferenza che ha per obiettivo quello di rispettare la diversità e promuovere l’intolleranza.
Questa mattina il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon aveva criticato duramente gli stati che hanno deciso di boicottare la conferenza: “Sono profondamente deluso. Mi dispiace profondamente che alcuni Paesi abbiano scelto di farsi da parte”.
Le reazioni di Israele. Il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman ha ordinato all’ambasciatore di Israele in Svizzera di rientrare in patria per consultazioni come segno di protesta per l’incontro di ieri fra il presidente elvetico Hans Rudolf Merz e il presidente Ahmadinejad. Durante l’incontro Merz avrebbe detto che “la Svizzera non seguirà le minacce unilaterali degli Usa e della Ue nelle sue relazioni con la Repubblica islamica dell’Iran”. La Svizzera non ha commentato la decisione israeliana di richiamare il proprio ambasciatore.
Le reazioni dell’Europa. Secondo il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, il mancato raggiungimento di una posizione comune dell’Unione europea sulla Conferenza di Ginevra è una delle più grandi delusioni della sua carriera internazionale: “una volta di più l’Europa dimostra di non essere capace di parlare con una sola voce”. E in effetti l’Europa dei 27 sembra divisa più che mai persino su questioni come quelle del razzismo e dell’antisemitismo che, in un continente come il nostro e per il suo passato, non dovrebbero provocare divisioni o contestazioni del genere.
Sempre questa mattina, la portavoce della Commissione europea Christiane Hohmann aveva dichiarato che l’Europa intende “reagire in modo appropriato a eventuali dichiarazioni inaccettabili durante Durban 2”. Della stessa opinione il presidente degli esteri francese Bernard Kouchner: “Non tollereremo nessuna ‘deviazione’. Se il presidente Ahmadinejad vuole rimettere in discussione un testo accettato con difficoltà o se pronuncerà accuse razziste o antisemite lasceremo la sala immediatamente”. Non erano bastate le dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente iraniano (“l’ideologia e il regime sionista sono i portabandiera del razzismo”) o quelle emerse durante l’incontro con il presidente svizzero Hans Rudolf Merz (“Israele è la più orribile manifestazione del razzismo”).
A quanto pare l’Europa aveva bisogno di ascoltare con le proprie orecchie che “esiste un governo razzista nel cuore del Medio Oriente dopo il 1945”, per rendersi conto che “è necessaria una estrema fermezza dell’ Unione europea”, come si è affrettato a dichiarare il presidente Sarkozy dopo che le delegazioni europee hanno abbandonato la sala della Conferenza. Ma fino a quel momento la maggior parte dei rappresentanti dei Paesi europei sono rimasti seduti al loro posto mentre Ahmadinejad spargeva le sue parole di odio.
Ora il problema è capire quali saranno le reazioni al discorso del presidente iraniano e se le delegazioni riprenderanno i loro lavori della conferenza come se niente fosse. Sembra importare poco se nella bozza della dichiarazione finale compaiono ancora numerose affermazioni che accusano di razzismo lo Stato d’Israele. Nonostante i vari rappresentanti delle potenze occidentali abbiano espresso la loro indignazione, gli altri Paesi che partecipano a “Durban 2” si sono rifiutati di modificare il testo finale. Persino la Hohmann ha dovuto ammettere che il testo è frutto di un compromesso. Un compromesso di cui numerosi Paesi, compresa l’Italia, non sono disposti a diventare complici.