Airbnb e la polemica sulle tasse, la replica: con noi impossibile evadere
21 Novembre 2016
Il sito di affitti stagionali Airbnb si mette al riparo da rischi futuri in tema di tasse e punta a siglare un accordo fiscale preventivo con almeno settecento città in tutto il mondo, per avere certezza sulle imposte che dovrà pagare ed evitare eventuali ed imprevisti cambi di regolamentazione fiscale a livello locale. La decisione è stata annunciata al quotidiano britannico Financial Times.
“Quando hai un tax agreement, ottieni un accordo esplicito e quindi vengono meno i rischi sulla tua stessa esistenza”, ha detto il manager chiarendo la posizione del gruppo.
Per Airbnb la proposta della cedolare secca con prelievo automatico del 21% ritirata dal governo – forse perché oggi il focus di Palazzo Chigi è sul referendum, e la parola tassa non si può pronunciare -, era ragionevole nel concetto ma “troppo semplicistica”, dice il country manager. “Si era configurata più come web tax che altro. Avrebbe imposto a noi di conoscere in anticipo la situazione fiscale delle persone, ma noi – obietta – non siamo un braccio dell’Agenzia delle entrate”.
C’è poi il capitolo tassa di soggiorno: in varie città, da Amsterdam a Parigi, Airbnb ha trovato un accordo per trattenere l’imposta e versarla direttamente al Comune. In Italia l’apripista è Firenze e altri si stanno muovendo, ma in Toscana si aspetta ancora la legge regionale che renda effettiva la misura.